Nella primavera del 386 Sant’Ambrogio dovette fronteggiare le pretese della corte imperiale, che a quel tempo risiedeva a Milano e che voleva sequestrare una basilica alla comunità cattolica per concederla alla fazione eretica degli Ariani da essa protetta e favorita. Ambrogio, in tale frangente, decise di occupare con il popolo cristiano a lui fedele la basilica contesa, così da impedirne il sequestro. In quell’occasione, secondo la testimonianza del suo biografo, il diacono Paolino, e dello stesso Sant’Agostino che a quei tempi si trovava a Milano e visse personalmente la vicenda, Ambrogio, per sostenere moralmente e spiritualmente il popolo durante l’occupazione della basilica assediata dalle truppe imperiali, “inventò” due novità liturgiche: il canto degli inni, da lui stesso composti, e la salmodia antifonata, cioè il canto dei salmi a cori alterni e con ritornelli intercalari. Queste due novità si diffusero poi in tutto l’Occidente: ancor oggi la liturgia ambrosiana conserva come prezioso tesoro i nove inni che Ambrogio stesso compose, ricchi di dottrina e di spiritualità. (m.n.)