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La visita

Papa Francesco: «Puoi rialzarti, se vuoi»

È stato un incontro di abbracci e di carezze, un incrocio di sguardi che durerà tutta una vita, quello tra il Santo Padre e i malati e tossicodipendenti in cura nell’ospedale Sao Francisco de Assis na Providencia

Agenzia Sir

25 Luglio 2013

È stato un incontro di abbracci e di carezze, un incrocio di sguardi che durerà tutta una vita, quello tra Papa Francesco e i malati dell’ospedale Sao Francisco de Assis na Providencia. I malati tutti in carrozzina accompagnati dal personale medico erano commossi fino alle lacrime, subito dopo il loro incontro con il Santo Padre. C’è chi è trapiantato di fegato, chi ha problemi con i reni, chi è completamente cieco ma, dice, «ho sentito così forte la vicinanza di Papa Francesco che è come se l’avessi visto». Ed un altro: «Non ci siamo detti nulla. Mi ha accarezzato il viso ed ho sentito tutto il suo amore».

La piaga della droga

Ospedale Sao Francisco de Assis na Provedencia: un luogo di dolore ma anche di speranza, dove la gente qui lotta per guarire da una malattia o per uscire dal tunnel delle tossicodipendenze. Il Santo Padre è qui per benedire una nuova struttura per il recupero dei tossicodipendenti, piaga dilagante nel nuovo Brasile: le stime dell’Oms dicono che il 3% della popolazione consuma crack.

Ma la nuova deriva della droga qui in Brasile si chiama “oxi”: si presenta in una forma simile al crack, in piccole pietre, di colore però giallognole, e come il crack, si fuma. La differenza è che l’oxi è molto più economico del crack: una pietra di qualche grammo costa al massimo 5 reais, 2 euro. Quattro volte in meno rispetto al crack. «Chiediamo a Papa Francesco – dice padre Francisco Bellotti, direttore dell’Ospedale – di gridare ai giovani oppressi dalla vita e dai problemi: mai più droga e sempre e solo un sì deciso alla vita».

Oggi è un giorno speciale per l’Ospedale

Centinaia di persone si sono messe in fila sotto una pioggia battente ed hanno atteso il Papa cantando. Nella folla ci sono anche Maria Teresa e Ruggero Badano, i genitori di Chiara Luce, la ragazza morta a diciotto anni per un tumore osseo che è stata proclamata beata il 25 settembre 2010. E’ stata scelta da Benedetto XVI come una dei tredici intercessori della Gmg di Rio per la sua straordinaria capacità di affrontare il male con la forza dell’amore. Poi qualche minuto prima dell’arrivo del Papa, tra la folla è calato un profondo silenzio e le persone hanno cominciato a pregare l’Ave Maria. In questa atmosfera di gioia ma al tempo stesso di incredibile profondità di fede, è arrivato Papa Francesco.

«Non lasciatevi rubare la speranza»

«A chi è caduto nel buio della dipendenza, magari senza sapere come, diciamogli: puoi rialzarti, è faticoso, ma è possibile se tu lo vuoi». Eccole le parole del Papa che toccano i cuori delle persone qui presenti. Papa Francesco punta non solo sugli operatori sanitari, i volontari, il personale medico ma chiama in causa anche la persona vittima delle tossicodipendenze chiedendole la forza di reagire, di riprendere in mano la propria vita e di ricominciarne una nuova.

L’arrivo di Papa Francesco qui è come una potente scia di luce. «A tutti voi vorrei ripetere: non lasciatevi rubare la speranza!». E la folla di Sao Francisco de Assis esplode in un grande applauso. Ai giornalisti, padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, ha ripreso il passaggio del discorso in cui il Papa ha parlato contro le liberalizzazioni dell’uso delle droghe e quello in cui ha citato la parabola del Buon Samaritano dove – dice il Papa – «non c’è l’indifferenza ma l’attenzione, non c’è il disinteresse ma l’amore». Ma più che le parole, sono stati i gesti compiuti oggi da Papa Francesco e gli occhi carichi di lacrime dei malati a rendere attuale la parabola evangelica.