«“Per questo sono convinto che Milano ha futuro, ha la sua originale parola da dire al Paese, nel cammino dei popoli non solo europei”. È l’ultima espressione della Lettera pastorale del nostro Arcivescovo che ha stimolato la Commissione cultura della Comunità pastorale Pentecoste di Cesano Maderno a offrire alla cittadinanza un’occasione di confronto e di studio». Don Flavio Riva spiega così come è nata l’idea di proporre una serata per parlare di Europa e Medio Oriente. L’appuntamento, dal titolo «Europa e Medio Oriente in un mondo in rapido mutamento», è per giovedì 27 febbraio, alle 21, al Cineteatro Excelsior (via San Carlo 20). L’ingresso è libero. Don Riva farà da moderatore insieme al Vicario episcopale monsignor Patrizio Garascia.
«Nelle Sale della Comunità (Cineteatro Excelsior e Centro Virginio Pedretti) si offrono normalmente proposte di incontro, riflessione e stimolo a pensare – aggiunge -. Una volta all’anno ci piace metterci alla scuola di chi può aiutarci ad approfondire aspetti del cammino pastorale che, di sua natura, sporgono nel mondo e nella riflessione del nostro tempo. Mediante l’incontro con testimoni, supportati dall’oculata regia dei volontari delle Sale, saremo guidati a percorrere un sentiero arduo, quasi un crinale. Da un lato, “l’Europa che è stanca e affaticata, ma il suo campo non è un deserto”; dall’altro, i Paesi del Mediterraneo e del vicino Medio Oriente, attraversati da un fremito di vitalità, libertà, violenza e desiderio di cambiamento. I due crinali si incontrano e non possono prescindere l’uno dall’altro, anche qui a Milano».
Don Flavio traccia anche l’identikit della sua comunità: «Più del 10% della popolazione di Cesano Maderno non ha cittadinanza italiana: la maggioranza di costoro è di fede islamica. Abitare insieme provoca e incuriosisce. L’Islam e il Cristianesimo di popolo lombardo hanno modi variegati e diversi di esprimere la relazione con la società civile, la confessione pubblica della fede, l’educazione dei figli. Dal versante europeo, ricorda ancora l’Arcivescovo, una delle caratteristiche proprie del postmoderno è che anche l’esperienza religiosa tende a caratterizzarsi in modo spiccatamente individuale. Negli ultimi decenni una parte rilevante della popolazione europea non trova nelle istituzioni religiose storiche una risposta adeguata ai propri bisogni spirituali, che pure permangono. La gente, infatti, sembra non rinunciare a ricercare un senso anche religioso della propria esistenza. Gli amici dell’Islam hanno invece un modo per certi versi estremamente visibile, appariscente, di confessare la propria fede anche in un contesto molto secolarizzato, come il nostro».
L’incontro di giovedì diventa quindi l’ideale continuazione delle iniziative organizzate in diocesi per il XVII centenario dell’Editto di Milano, celebrato nel segno del percorso «Liberi per credere».