Tra quanti potranno incontrare di persona il nuovo Arcivescovo fin dal primo giorno del suo ingresso solenne in Diocesi, vi sono i catecumeni. La sosta tradizionale presso la basilica di S. Eustorgio si carica così di un significato alquanto attuale. Non soltanto la memoria dei probabili primi luoghi battesimali, neppure solo la terra sepolcrale dei martiri paleocristiani, ma la presenza di quanti sono oggi in ricerca di fede e stanno trovando nella Chiesa ambrosiana e nei suoi pastori la guida per incontrare Cristo ed essere a lui uniti nel battesimo.
Dell’attualità del catecumenato ha parlato varie volte Benedetto XVI. Recentemente, per esempio, prendendo la parola in apertura del Convegno pastorale della diocesi di Roma (13 giugno 2011), il Papa affermava: «Molte sono le persone che ancora non hanno incontrato il Signore: ad esse va rivolta una speciale cura pastorale. Accanto ai bambini e ai ragazzi di famiglie cristiane che chiedono di percorrere gli itinerari dell’iniziazione cristiana, ci sono adulti che non hanno ricevuto il battesimo, o che si sono allontananti dalla fede e dalla Chiesa». E il Santo Padre aggiungeva: «È questa un’attenzione pastorale oggi più che mai urgente, che chiede di impegnarci con fiducia, sostenuti dalla certezza che la grazia di Dio sempre opera nel cuore dell’uomo».
Come il Papa, anche il cardinale Angelo Scola avrà la gioia di battezzare quest’anno, nella Veglia pasquale, alcuni giovani e adulti, incorporandoli così nel Corpo di Cristo, nella comunione col Signore e dunque nella comunione con l’amore di Dio. Ogni anno infatti, a Milano come a Venezia, a Roma come a Torino, Firenze e Palermo, esistono uomini e donne che, liberamente, abbandonano l’oscurità delle tenebre per volgersi al calore e alla luce del sole di verità.
Incontrando l’Arcivescovo i catecumeni sperimenteranno una volta di più che la famiglia dei figli di Dio è accogliente e in grado di favorire la scoperta di Colui che è via, verità e vita per ciascuno. E il vescovo Angelo, incontrando i catecumeni, avrà conferma di come si realizzi anche a Milano l’espressione paolina che ha scelto per suo motto episcopale: Sufficit gratia tua («Basta la tua grazia»). Un itinerario di grazia unisce il pastore e i suoi figli. Da domenica 25 settembre.