È già iniziato in diocesi il cammino la formazione per gli insegnanti di religione cattolica e oggi tocca ai docenti della scuola secondaria di primo grado che si ritrovano a Milano, in via S. Antonio 5, dalle 8.30 alle 18, per una giornata teologica. Il tema affrontato da don Alberto Cozzi, che fa da filo conduttore per i programmi di ogni ordine e grado, riguarderà «Il valore formativo dei simboli religiosi: un modo di abitare il mondo (lavoro) vivere il tempo (festa) nei legami della famiglia umana».
«Questo tema – spiega don Michele Di Tolve, responsabile del Servizio Irc – è perfettamente in linea con l’incontro mondiale delle famiglie, per noi infatti è fondamentale lavorare quest’anno con gli insegnanti di religione su un evento che coinvolgerà tutta la diocesi. Ci pare quindi importante affrontare la questione culturale ed educativa dei simboli religiosi che immediatamente permettono un accesso al reale, aiutando i ragazzi a spiegare e a trovare i significati profondi della vita».
Un tema quindi rivolto a tutti. Ma come verrà calato nelle diverse realtà e riferito ad alunni di età differenti?
Per quanto riguarda i bambini della scuola dell’infanzia i simboli religiosi sono per esempio quelli dell’acqua, della casa, dell’albero, dei genitori, della creazione… ognuno di essi sarà calato all’interno di tutta quella simbologia di cui il bambino fa esperienza. Abbiamo scelto questi simboli particolari che si ricollegano al tema dell’incontro mondiale delle famiglie e che riguardano la vita stessa dei bambini.
E con gli alunni più grandi che cosa farete?
Il tema della festa, del lavoro e della famiglia va inteso all’interno di tutta la simbologia religiosa, sia cristiana che delle altre religioni. Con i ragazzi della secondaria di primo e secondo grado quindi ci chiederemo che cosa vuol dire per loro vivere la festa. Il mondo giovanile cerca la libertà e la felicità, quindi a partire da questi due aspetti vedremo in che modo il simbolo religioso sarà capace di aprirli a un significato più profondo sempre calato nel tema generale. Ci sarà anche una sottolineatura alla trasgressività come “immagine” verificando se porta davvero alla libertà e alla felicità.
Come i simboli religiosi possono aiutare in concreto i ragazzi?
I simboli religiosi riescono ad aiutare i ragazzi a interpretare la loro esistenza e soprattutto a entrare nel reale e in tutta la sua complessità piuttosto che a evaderla. La sfida è che la religione – ne siamo certi – permette un’introduzione alla realtà e non un’evasione, la religione non è “l’oppio dei popoli” e non fa evadere dai problemi della vita, ma permette di affrontarli e di cercarne i significati più profondi. Noi, secondo lo stile della scuola, affrontiamo i contenuti che ci sono in gioco attraverso un profilo culturale per preparare gli uomini e le donne di domani.
Oltre alla Giornata teologica a tema come continua la formazione nelle zone pastorali e come vengono scelti i contenuti?
Gli insegnanti dell’Infanzia avranno altri due incontri, con uno psicologo e con alcune pedagogiste, per valutare la ricaduta dell’esperienza che fanno a scuola, poi lavoreranno a gruppi per verificare costantemente come va il tema di quest’anno. Invece per quanto riguarda gli insegnanti dalla primaria in su, dopo l’incontro plenario, si divideranno in gruppi territoriali che coincidono con il decanato: faranno tre incontri tra di loro, quindi continueranno il lavoro attraverso una piattaforma (www.ircmi.it) che abbiamo preparato appositamente per loro. Ognuno ha la sua password per accedervi direttamente. I contenuti che emergeranno in decanato saranno verificati per poi diventare patrimonio di tutti.
In ogni caso considerate obbligatoria la partecipazione al corso e condizione essenziale per confermare l’idoneità degli idr…
Ormai gli insegnanti di religione sono rimasti gli unici a credere a una formazione in servizio permanente, quindi noi non facciamo fatica ad averli. In rapporto allo Stato noi diciamo con grande orgoglio che gli insegnanti di religione vogliono anche in questo modo dire il loro servizio reale e responsabile alla scuola. Il Vescovo ha messo questa condizione già nel decreto che promulga la procedura per avere l’idoneità e ora gli insegnanti di religione sanno che la formazione permanente è uno dei modi attraverso cui viene loro confermata. Questa è una garanzia per la scuola e per la famiglia.