Venerdì 28 febbraio, alle 7.45, il cardinale Angelo Scola celebrerà la Messa presso il Santuario della Santa Vergine delle Lacrime a Treviglio (Bergamo). Una tradizione che si ripete ormai da molti anni per ricordare il miracolo del 28 febbraio 1522, quando la Madonna salvò la città dalla distruzione. Ma quali sono le caratteristiche di questo territorio, e come ci si sta preparando a questo evento? L’abbiamo chiesto al responsabile della Comunità pastorale Madonna delle Lacrime, monsignor Giovanni Buga.
Come mai una Messa solenne proprio alle 8 del mattino?
È una tradizione molto antica, quella che unisce gli Arcivescovi di Milano e il nostro Santuario. L’orario, le 8 del mattino, è quello in cui è avvenuto il miracolo. Il 28 febbraio 1522, infatti, Treviglio stava per essere distrutta dall’esercito francese, ma il pianto improvviso della Madonna fece arrestare l’esercito e il generale decise di risparmiare la nostra città.
Come vi preparate a celebrare questa ricorrenza?
La festa è preceduta da una novena, una predicazione straordinaria di nove giorni. Alle 6, alle 8 e alle 9.15 del mattino c’è la Messa, alle 14 il rosario, alle 20.30 la celebrazione della Parola con la presenza di predicatori (quasi dei veri e propri esercizi spirituali): quest’anno avremo con noi il vicario episcopale della nostra Zona monsignor Franco Carnevali. Alle 16.45, invece, c’è un momento dedicato ai ragazzi degli oratori della Comunità pastorale. Il 17 febbraio si è svolta la benedizione degli oggetti: dalle 14 alle 18 i fedeli sono saliti al quadro della Madonna per presentare le loro richieste d’aiuto. Il 27 febbraio, invece, è il giorno del silenzio; alle 18.30, durante la Messa, il quadro viene nascosto da un velo scuro (velazione), a ricordo della paura che precedette il giorno del miracolo: viene intonato il canto Salve Regina, composto appositamente per l’occasione dal trevigliese Gian Battista Cattaneo. Alle 8 del mattino del giorno della Festa si suonano le campane e si alza il velo per far memoria del miracolo. È un’occasione molto importante per la città, che richiama ogni anno tantissime persone, anche da fuori.
Come siete organizzati, invece, dal punto di vista pastorale?
La Comunità pastorale è stata costituita nel maggio 2006 dal cardinale Dionigi Tettamanzi, e questo ci ha permesso, col tempo, di riunire tutte e cinque le parrocchie della città. È stata una scelta molto importante, perché in questo modo abbiamo potuto sottolineare nel lavoro pastorale la dimensione missionaria e di comunione. Da questo punto di vista, da noi funzionano molto bene le Commissioni: quella missionaria e quella giovanile, quelle per la Caritas, per la famiglia, per i catechisti, per la terza età. Sono loro, infatti, a proporre di volta in volta, nei diversi ambiti di pertinenza, le scelte pastorali più adatte alla Comunità. Tutte le parrocchie sono coinvolte nelle decisioni e nelle attività e questo è molto proficuo. La diaconia pastorale, invece, riunisce settimanalmente i diaconi per la preghiera e la programmazione.
Crisi economica: si sente molto da voi?
Si sente come dappertutto: mancanza di lavoro, precarietà, difficoltà a trovare casa. Treviglio è in una posizione di confluenza di autostrade e stazioni, una realtà in perenne movimento. Abbiamo una buona presenza soprattutto di attività artigianali e di cascine agricole, ma le difficoltà economiche non mancano.
Nel vostro territorio ci sono molti immigrati?
Su 30 mila abitanti gli immigrati sono circa 2.500/3.000. C’è un certo movimento di nazionalità diverse: direi che i più presenti sono sicuramente gli albanesi e i rumeni, ma non mancano gruppi di ucraini, marocchini e nordafricani in genere. E anche per loro il problema maggiore è quello di non riuscire a trovare un lavoro.
Pastorale giovanile: a che punto siamo?
È molto ben organizzata e offre molte proposte legate alla diocesi. I numeri, però, non sono alti. Ci piacerebbe riuscire a coinvolgere un maggior numero di ragazzi. Per questo nel 2015 partirà l’iniziativa “Missione giovani”: vogliamo raggiungere tutti. Per la Quaresima, poi, abbiamo in programma una Via Crucis organizzata dalla Pastorale giovanile, che toccherà i luoghi in cui i giovani trascorrono la maggior parte del loro tempo.
Gli anziani, invece, sono più presenti?
Decisamente sì. Le loro iniziative attraggono un alto numero di persone e il gruppo è sicuramente molto attivo. Sono tanti gli appuntamenti organizzati per la terza età: dalle giornate di ritiro ai momenti di fraternità come i pomeriggi insieme, dai pellegrinaggi alle attività culturali, fino ai concerti e ai momenti di incontro parrocchiale.