«Un grazie convinto e caloroso a tutti quelli che hanno preparato e reso possibile questo gesto»: così il cardinale Angelo Scola ha iniziato il suo intervento questa mattina presso Villa Erba a Cernobbio, dove oggi appunto si conclude “Family at work”, la tre giorni su economia, cultura e partecipazione con al centro il tema del futuro della famiglia.
A fianco della sala convegni dove si è svolta la mattinata di studio, per tutta la durata della tre giorni si sono svolti laboratori creativi e di riflessione per bambini, che hanno coinvolto non solo le famiglie dei convegnisti, ma anche gli abitanti di Cernobbio. L’Arcivescovo ha espresso la sua ammirazione dopo aver visitato i padiglioni del centro congressi: «La famiglia è il luogo in cui si compongono le due grandi differenze che caratterizzano l’umano, la differenza sessuale e la differenza generazionale. E dico differenza, non diversità: la differenza è una dimensione costitutiva dell’io, che risiede al suo interno e che lo determina. La diversità invece è una dimensione interpersonale. Queste due differenze, risiedendo nell’io, sono insuperabili: nella famiglia, attraverso la relazione con l’altro da sé, si crea una interazione di differenze che porta a creare l’identità di ciascuno».
L’Arcivescovo ha poi ricordato a tutti i partecipanti l’origine di questa dinamica: «L’immagine di Dio è proprio l’immagine di differenze che stanno insieme: la Trinità. La categoria della differenza è stata introdotta nella cultura occidentale con la Trinità: oggi abbiamo dimenticato Dio e quindi ci dimentichiamo anche la differenza. L’invito, a tutti coloro che hanno partecipato, è quello di tenere ben presente la Trinità come punto sorgivo dell’importanza della famiglia».
A conclusione del suo intervento il cardinale Scola ha poi richiamato il Vangelo di oggi: «Chi pensa che la proposta cristiana vada fatta mediando i misteri della vita cristiana sbaglia. A questo proposito mi colpiva molto il Vangelo di questa mattina: quando Gesù entra con il suo nuovo corpo, quando si materializza nel cenacolo, per prima cosa dice “Pace a voi!”, e subito spiega il senso della sua apparizione, invitando i discepoli alla missione. L’apparizione è strettamente legata alla missione. Per capire il Risorto bisogna farsi testimoni nella fede del Risorto stesso. Il testimone è il terzo che sta tra i due e la famiglia è il luogo privilegiato che sta tra il Risorto e i nostri fratelli uomini. Ma, attenzione, la testimonianza non è riducibile all’ovvio buon esempio: testimonianza è conoscenza della realtà e del Risorto e quindi in primo luogo comunicazione della verità».
L’intervento del cardinale Scola ha concluso una intensa mattinata di dibattito ed è stata il punto culminante della tre giorni, a cui hanno preso parte circa 3200 persone, tra cui 700 bambini per i laboratori e 300 partecipanti agli workshop. Tutto è stato reso possibile grazie a 160 studenti volontari che hanno curato l’organizzazione, la web radio, la documentazione dei lavori, l’accoglienza dei partecipanti. Gli studenti sono stati coordinati da circa 60 enti promotori.
Nella mattinata di oggi sono stati anche presentati ufficialmente gli Atti del Congresso tenuto nell’ambito di Family 2012 a Milano. «Familia est principium urbis e quasi seminarium rei publicae»: monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, ha citato Cicerone per dire chiaramente che la famiglia non è un problema, ma una risorsa per la società. «Questi tre giorni di lavoro vanno in controtendenza rispetto all’individualismo odierno. Oggi siamo all’esatto punto di Adamo ed Eva, dove il tentatore ci dice che noi abbiamo il diritto di avere tutti i diritti, compreso quello di mangiare il frutto del bene e del male. La nostra consapevolezza ci deve rendere attenti a continuare quello che abbiamo fatto in questi tre giorni: il primato del noi sull’io, che poi è il primato di Dio. Qui avete vissuto le parole di Cicerone: quando ho visto il laboratorio della città infinita, costruito da bambini di 5 anni, mi sono reso conto che lì ci sono i veri cittadini. In questi giorni la famiglia è diventata soggetto di una visione nuova: il più grande tesoro di questi giorni sono stati i bambini che hanno immaginato e costruito la città infinita».
A discutere con monsignor Paglia c’erano don Luca Violoni, Francesco Belletti, Mario Mazzoleni, Barbara Passarella e Francesco Marcaletti. «Usciamo di qui partendo dall’alto», ha sottolineato Barbara Passarella sintetizzando i tre giorni a cui ha voluto partecipare interamente con la propria famiglia, «perché ci siamo sentiti raccontare dai nostri ragazzi sogni e desideri che sono sostenibili solo se scegliamo di crederci insieme. I sogni bisogna farli diventare veri, altrimenti diventano una malattia: dobbiamo uscire di qui con la consapevolezza che le famiglie non sono un problema. I ragazzi ci hanno chiesto un teatro senza copioni scritti da altri, i protagonisti devono prevalere sui copioni».
Queste parole hanno sicuramente colto lo spirito di servizio e di voglia di fare rete che ha contraddistinto l’azione degli organizzatori, riusciti a rendere disponibili già da questa mattina le complesse sintesi degli workshop della tre giorni. Tutti i materiali saranno resi disponibili sul sito web della manifestazione, che sarà conclusa con la celebrazione eucaristica presieduta oggi alle 17 da monsignor Diego Coletti, vescovo di Como.