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Milano

Il bene comune,
«un valore non più ovvio»

La “lectio magistralis” del cardinale Scola al convegno promosso da Fondazione Cariplo e Fondazione Pubblicità Progresso, che ha raccolto esperienze e testimonianze su come i social network raccontano la realtà italiana

di Loris CANTARELLI

26 Aprile 2012

Il bene comune è «un valore non più ovvio»: l’ha rilevato il cardinale Angelo Scola nella lectio magistralis su “Il significato del bene comune”, che ha tenuto nel corso dell’evento “Più sociale nel social”, organizzato dalla Fondazione Cariplo e dalla Fondazione Pubblicità Progresso e svoltosi questa mattina a Milano presso la sede Cariplo.

L’Arcivescovo ha fatto ampio riferimento all’illuminante definizione data nel 2008 da Benedetto XVI, sulle interconnessioni fra quattro principi fondanti, «ponendo la dignità della persona nel punto di intersezione di due assi, uno orizzontale, che rappresenta la solidarietà e la sussidiarietà, e uno verticale, che rappresenta il bene comune».

Il convegno ha illustrato l’Italia così come è riflessa nei mass media, cioè deformata e certamente più desolante di quanto sia nella realtà. «Siamo messi talmente male, che fare il proprio dovere è considerato un atto di eroismo», ha scritto negli ultimi tempi più di un frequentatore di Twitter. Ma già nel 1977 Aldo Moro scriveva: «Il bene non fa notizia, ma c’è». Infatti esiste un Paese diverso, fatto di singoli, associazioni ed enti che praticano e sostengono ogni giorno il volontariato e la sussidiarietà, impegnandosi ad aiutare i meno fortunati e a sviluppare i talenti per comunicare le mille declinazioni dell’agire cristiano (e non solo) per il bene comune.

I lavori del convegno – condotti dalla giornalista di Telenova Adriana Santacroce – si sono aperti con il saluto di Pier Mario Vello, segretario generale della Fondazione Cariplo, e la lettura del messaggio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, teso a «sollecitare una più matura attenzione delle istituzioni e del mondo produttivo nei confronti di modelli di sviluppo che corrispondano maggiormente alle aspettative di una migliore qualità della vita».

La proiezione di alcuni filmati di campagne internazionali con “idee, suggestioni, innovazioni dal mondo” ha illustrato l’interazione tra social media e social network. Ad approfondire seppur brevemente “strategie, strumenti, iniziative in Italia” si sono poi susseguite le testimonianze di Raffaella Gay di Vidas (che ha spiegato come social media e blog aziendali spingano a una riorganizzazione interna e a formare un team senza gerarchie), Francesca De Spirito di Aism (premio speciale di Confindustria, che ha mostrato come blog, Facebook e Twitter facciano sentire meno soli i malati), Giangi Milesi di Cesvi (che ha dolorosamente citato come il 14% delle 251 ong riconosciute dal Ministero degli Esteri ancor oggi non abbia un sito Internet…) ed Elena Zanella del Centro Clinico Nemo (che ha spiegato come personalizzare l’invio a oltre 150 mila indirizzi e-mail).

Rossella Sobrero, consigliere di Pubblicità Progresso, ha poi presentato il volume Pubblicità Progresso. La comunicazione sociale in Italia (Rai-Eri 2011), con una ricchissima documentazione sul lavoro di quarant’anni. Dopo la lectio dell’Arcivescovo, in videoconferenza da Roma il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Elsa Fornero ha esortato a «guardare oltre la crisi: le riforme sono fatte per traghettare il Paese», sottolienando la formazione del capitale umano come essenziale per diffondere una nuova consapevolezza che dia prospettive di crescita.

La mattinata si è conclusa da una tavola rotonda che ha visto la partecipazione di Giuseppe Guzzetti, presidente Fondazione Cariplo (che ha negato con forza che non ci siano risorse per il terzo settore: si deve parlare di cattiva gestione), Giuseppe De Rita, fondatore e presidente Censis (secondo cui il forte degrado antropologico attuale nasce con evidenza dal soggettivismo etico degli ultimi decenni), Eugenia Scabini, presidente Centro Studi e Ricerche sulla Famiglia all’Università Cattolica di Milano (per cui, più che un bene comune, «il volontariato vede un bene che accomuna»), Carmelo Vigna, direttore del Centro Interuniversitario per gli Studi sull’Etica all’Università Ca’ Foscari di Venezia (che ha richiamato come in fondo a ogni nostra azione e reazione «tutto quello che tutti chiediamo ha come unico riferimento il riconoscimento della nostra dignità personale») e le conclusioni di Alberto Contri, presidente Fondazione Pubblicità Progresso (che ha orgogliosamente citato i corsi e le iniziative di network, la mediateca di oltre 2500 spot di qualità e uno standard già benchmark in tutto il mondo).

Le potenzialità di crescita dei social network, proprio nel trasmettere la reale vita delle persone, sono immense: anche questa è una “buona notizia”.