«Dalla mia esperienza come educatore del gruppo adolescenti, del quale fanno parte ragazzi dalla prima alla quarta superiore, presso l’oratorio di San Vincenzo in Prato a Milano, ho avuto modo di approfondire la conoscenza dei ragazzi e ho cercato di capire come la realtà che li circonda influisca sul loro processo di crescita. Un aspetto importante è quello relativo all’educazione che essi ricevono dai mezzi di comunicazione». Parte da qui la riflessione di un giovane educatore.
di Fabrizio Galbiati
I media esercitano sugli adolescenti una forte influenza, molte volte senza che il ragazzo se ne renda conto. Nel semplice modo di vestire, di comportarsi e nei loro discorsi ricorrono spesso riferimenti a quanto vedono in televisione. La pubblicità ha su di loro un forte impatto, per esempio ne abbiamo avuto la conferma una sera quando, prima dell’incontro settimanale, abbiamo mandato alcuni ragazzi a fare una piccola spesa per la cena da consumare insieme.
Dalle cose che hanno comprato si poteva notare come non avessero grande dimestichezza con la spesa! A parte una quantità elevata di sale iodato, che costa tantissimo, hanno comprato un barattolo di vetro di passata di pomodoro pensando che fosse un sugo pronto, e per il resto tutti prodotti di marca, ognuno secondo quello che consumava abitualmente in casa. La situazione, oltre a essere abbastanza comica, perché ci siamo ritrovati a dover salare la pasta col sale fino iodato e mangiarla in bianco perché all’epoca non avevamo ancora pentole per cuocere il sugo, ha permesso di constatare come per alcuni la pasta fosse necessariamente Barilla, o le torte Mulino Bianco, o una bibita la Coca Cola. Non c’è niente di male in questo, solo è la conferma di come la pubblicità influisca sulla loro abituale visione dei prodotti e ne condizioni le scelte.
Non mi è dato sapere poi se la loro scelta è lo specchio di quello che hanno appreso in famiglia o se al momento di dover comprare qualcosa di siano ricordati di quello che hanno visto in televisione. Questo era solo un esempio, tra alcuni possibili, di come i ragazzi assorbano quello che viene loro proposto, molte volte senza riflettere, in questo caso non si sono chiesti se potevano spendere di meno o se c’era una scelta su cosa comprare, e di come i media esercitino su di loro una forte influenza.