Mercoledì 31 agosto ricorre il 10° anniversario della scomparsa del cardinale Carlo Maria Martini, il fondatore della Casa della Carità.
Al cardinal Martini, infatti, si era rivolto l’imprenditore Angelo Abriani – cui è dedicata la Fondazione di via Brambilla – il quale voleva che la sua eredità andasse ai poveri. Ed è stato Martini a scegliere don Virginio Colmegna per guidare una Casa che, nella periferia di Milano, promuovesse cultura a partire dall’accoglienza.
«Martini per me ha rappresentato la gioia di essere prete e mi ha dato l’entusiasmo per andare avanti. Sono tanti gli episodi che ricordo con commozione, come la sera in cui, da solo e senza avvisare nessuno, venne alla Parpagliona, una piccola casa della periferia sestese dove accoglievamo disabili e persone dimesse dagli ospedali psichiatrici. Arrivò e si sedette vicino agli ospiti, curioso di vedere e di sapere», afferma don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità.
E per quel che riguarda la Casa della Carità dice: «Non c’è dubbio che il suo più grande lascito sia stato quello di trasmetterci il binomio “cultura e accoglienza” e la capacità di non essere assimilati a un’attività di carattere assistenziale o pietistico. Così come credo che la principale innovazione portata avanti in questi anni dalla Fondazione, che rispetta in pieno il mandato di Martini, sia stata la gratuità, che significa accogliere anche quelli tagliati fuori da tutti i servizi, coloro che nel Discorso alla città del 2002 lui aveva chiamato “gli sprovveduti”. Ecco perché, per il futuro, chiedo che venga salvaguardato il patrimonio di pensiero e di cultura della Casa e sia assicurata la necessaria serenità economica per sostenere il peso della gratuità e dell’innovazione».
In occasione del decennale dalla sua scomparsa, la Casa della Carità ricorderà il cardinal Martini con un momento di preghiera, mercoledì 31 agosto alle ore 11.