Con una riflessione su “La fede di tutti i giorni” di don Davide Caldirola, parroco milanese, si è aperto venerdì scorso il ciclo di incontri quaresimali dal titolo “Quale fede?” tenuti nella basilica di S. Ambrogio. «È un appuntamento molto sentito, rivolto a tutta la città», dice il diacono Jacopo De Vecchi. «Quest’anno ci raccogliamo attorno a una domanda: “Quale fede?”. L’uomo ha fede in tante cose: nell’economia, nella tecnologia, nella forza fisica… aspetti che rischiano di diventare idoli e prendere il posto di Dio. Noi credenti proponiamo la fede nel Vangelo e nel Dio di Gesù Cristo. Proporre la fede come domanda giusta (Quale fede?), prima ancora che come risposta giusta, apre la Quaresima a tutti, praticanti e non, perché Gesù nel Vangelo ha incontrato tutti, ha parlato con tutti, non ha condannato nessuno, se non coloro – come dice la parabola del fariseo e del pubblicano – che si presumevano più giusti degli altri».
Dopo l’intervento di don Caldirola sulla «concretezza della fede, che si gioca tutti i giorni», venerdì 9 marzo «affronteremo un tema molto significativo, quello del dolore, soprattutto innocente», spiega il diacono. Don Tullio Proserpio, cappellano dell’Istituto dei tumori di Milano, parlerà della “fede nel tempo della prova”. «La malattia è un’esperienza che riguarda tutti: non esiste famiglia o persona che non ne sia toccata e provocata».
Per la terza tappa, “La fede in famiglia”, è stato invitato un laico: «Un giornalista, Aldo Maria Valli, credente, che racconterà la proposta di fede ai suoi figli. Anche un genitore non può imporre la fede ai figli, ma la deve proporre e testimoniare. Un tema molto attuale, collegato al cammino preparatorio in vista del VII Incontro Mondiale delle Famiglie, sempre più vicino».
Sarà infine Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose, a concludere il ciclo di riflessioni parlando di due forme di fede: «Quella inautentica del fariseo e quella più autentica del pubblicano», spiega De Vecchi. «Il titolo è una provocazione: “Da praticanti a credenti”, perché non è detto che essere praticanti coincida esattamente con l’essere credenti e discepoli del Vangelo».
Il 30 marzo, il venerdì che precede la domenica delle Palme, parleranno le note di Franz Joseph Haydn, “Le sette ultime parole di Cristo sulla croce”, proposte dall’Orchestra d’archi “Antonio Vivaldi” di Venezia, diretta dal M° Susanna Pescetti. Sarà una serata con poche parole se non quelle del Vangelo, commentate brevemente da mons. Erminio De Scalzi, abate di S. Ambrogio e interpretate dai brani musicali dell’Oratorio di Haydn.
Anche al termine di ogni riflessione dei relatori è previsto un breve brano musicale di J.S. Bach, dal vivo: il 9 marzo un preludio per violoncello, poi parte di una “Cantata” per soprano e organo – scritta da Bach proprio per la Quaresima – e infine il coro di S. Ambrogio eseguirà un “Corale”. Ogni serata, però, si aprirà e si concluderà con la preghiera.
«È importante», come dice mons. De Scalzi, «avere rispetto dei tempi della vita: per questo ogni incontro non durerà più di un’ora. La nostra esistenza moderna è appesantita da tante attività, in particolare il venerdì sera è carico di tensioni e stanchezza: vogliamo proporre la Parola, semplicemente».
Tutte le meditazioni del ciclo quaresimale 2012, come già per le predenti edizioni, di volta in volta saranno pubblicate sul sito www.basilicasantambrogio.it.