Mercoledì 6 novembre, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2013-2014 dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, il cardinale Angelo Scola, al termine della Santa Messa delle 9.15 nella Basilica di Sant’Ambrogio, darà l’annuncio della Promulgazione del decreto di eroicità delle virtù del Venerabile Giuseppe Lazzati. Il Postulatore della causa, Piergiorgio Confalonieri, darà lettura dello stesso decreto. Significativa la scelta dell’annuncio proprio all’inizio di un nuovo anno accademico dell’Ateneo guidato da Lazzati come Magnifico Rettore dal 1968 al 1983.
Nato a Milano nel 1909, a soli 22 anni si laurea con lode in Lettere. Nello stesso anno matura la decisione di rimanere celibe e chiede la “consacrazione secolare”. Dal 1934 al 1945 è presidente diocesano della Gioventù italiana di Azione cattolica (Giac) e comincia la carriera universitaria. Dal 1939 è docente incaricato di Letteratura cristiana antica alla Cattolica e in quello stesso anno fonda l’organizzazione di laici consacrati “Milites Christi”.
Partecipa alla Seconda guerra mondiale come tenente del 5° Reggimento alpini, divisione “Tridentina”, e dopo l’8 settembre 1943, avendo rifiutato il giuramento alla Repubblica sociale italiana, viene arrestato a Merano e internato nei campi di concentramento nazisti, dando prova di esemplarità cristiana e coerenza civile, prodigandosi per l’animazione culturale e il sostegno morale tra i deportati.
Rientra in Italia nell’agosto del 1945 ed è subito coinvolto, con Giuseppe Dossetti e Giorgio La Pira, nell’opera di ricostruzione della vita civile del Paese. Nel 1946 entra nella direzione nazionale della Democrazia Cristiana ed è eletto all’Assemblea costituente (1946-1948) e poi alla Camera dei Deputati nella I Legislatura (1948-1953).
Rientrato a Milano si dedica in particolare alla formazione del laicato. L’arcivescovo Giovanni Battista Montini lo chiama alla direzione del quotidiano cattolico L’Italia (1961-1964). Dal 1964 al 1967 è presidente diocesano dell’Azione Cattolica ambrosiana.
Tornato all’insegnamento, nel periodo delle contestazioni che agitavano il mondo universitario, nel 1968 Lazzati è chiamato a sostituire Ezio Franceschini come Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, carica che mantiene per cinque mandati triennali, fino al 1983. Sotto la sua guida l’Università Cattolica conobbe una crescente fase espansiva.
Nel 1976 è vicepresidente del comitato promotore del primo Convegno ecclesiale della Chiesa italiana “Evangelizzazione e promozione umana”.
Gli ultimi anni della sua vita sono dedicati al rilancio di un’idea alta della politica con la fondazione dell’associazione “Città dell’uomo” (1984). Muore a Milano il 18 maggio 1986, festa di Pentecoste, a quasi 77 anni. Nel settembre 1988 la salma viene traslata presso l’Eremo di San Salvatore sopra Erba, dove dai primi anni Settanta incontrava i giovani per momenti regolari di formazione e preghiera.
Nel 1991 l’Istituto secolare Cristo Re si fa promotore della causa di canonizzazione, di cui si conclude l’inchiesta diocesana nel 1996, grazie al sostegno e all’incoraggiamento del cardinale Carlo Maria Martini, allora arcivescovo di Milano. Il 5 luglio 2013 papa Francesco autorizza la Congregazione per le Cause dei Santi a promulgare il decreto che riconosce le virtù eroiche del Servo di Dio Giuseppe Lazzati.
Il decreto che verrà promulgato domani definisce Lazzati “Venerabile”, titolo attribuito a quei Servi di Dio di cui è stata riconosciuta l’eroicità delle virtù. Il decreto viene emesso al termine dell’esame della causa presso la Congregazione delle cause dei santi. Tale titolo non comporta l’attribuzione di alcuna forma di culto, ma segnala che, in base a un giudizio fondato sui mezzi umani dell’indagine storico-critica, quel determinato fedele ha vissuto, in modo esemplare la sua vocazione cristiana. Con questo decreto viene riconosciuta la prima condizione richiesta dalla disciplina attuale per la beatificazione; la seconda condizione – per chi non è martire – è la constatazione – ancora da ottenere per Lazzati – di almeno un miracolo ottenuto per l’intercessione del venerabile.