Con ottant’anni di storia il Movimento ecclesiale di impegno culturale (Meic) si presenta ancora fresco di attese e di attività. Nato negli anni Trenta come movimento di laureati cattolici, poi confluito in Azione Cattolica come costola della Fuci (Federazione universitaria cattolica italiana), il Meic ha subito il “fascino” del Concilio avvertendo l’esigenza di aprirsi sempre più come realtà impegnata nella cultura.
A Milano, l’allora “Movimento di giovani laureati” nasce nel 1932. Nella Diocesi di Milano è presente anche a Varese e a Lecco. A Milano, in Cattolica c’è solo dal 2006: un gruppo giovane che da due anni si è unito con il gruppo “storico” di Milano per camminare insieme, nonostante le età e storie diverse. Dal 2011 si è costituito così il Circolo Meic intitolato a Romano Guardini, teologo apprezzato da Benedetto XVI e dal cardinale Angelo Scola.
Stefano Biancu, presidente del Circolo Guardini (www.circologuardini.it) ci racconta come a Milano si cerca di dare senso alle parole di Giovanni Paolo II che ha definito il Meic come «l’avanguardia missionaria per il mondo della cultura e delle professioni all’interno della grande famiglia dell’Azione cattolica italiana». «Lo intendiamo in senso forte. Ci sono attività evidentemente culturali e altre spirituali – afferma convinto Biancu -. La distinzione è chiara, ma non sono due mondi separati. La parte spirituale si regge su due cose: lectio divina che facciamo almeno una volta al mese e su due ritiri spirituali che facciamo in Avvento e Quaresima di solito a Erba, facendoci richiamare soprattutto dalla Parola di Dio. Su questo sentiamo l’eredità spirituale della Fuci. Dal punto di vista culturale siamo attenti a mettere insieme la fede con la cultura. La fede quando è vera produce cultura. Non rimane fuori, ma è lievito, fermento culturale anche per la società e per la città». Anche Papa Francesco continua a richiamare l’attenzione per la città e le periferie, e su questo aspetto il Circolo Guardini è convinto che «la fede è propositiva per la città per tutte le sue componenti. Non in senso di imposizione, ma di proposta».
Nel mese di maggio sono previsti tre venerdì di incontri (il 10, il 17 e il 24) presso il Centro diocesano di via Sant’Antonio 5. Il tema sarà il legame «ricchezza e felicità» e al centro del dibattito ci sarà l’interrogativo se la ricchezza è necessaria per la felicità. È certo che siamo meno ricchi, ma è altrettanto certo che saremo meno felici? «Noi abbiamo organizzato questi incontri – spiega Biancu – perché da cristiani non possiamo non interrogarci seriamente sulle speranze e ansie del nostro tempo. Quante sofferenze, quante attese. È difficile, ma vogliamo fare anche noi la piccola parte».