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Esperienze

Così la Chiesa si pone accanto
al lavoro precario

Durante la Veglia alla Stazione Centrale saranno illustrati alcuni progetti di accompagnamento, riqualificazione e reinserimento, di matrice ecclesiale o a cui la comunità cristiana collabora. Li presentiamo in sintesi

27 Aprile 2014
PERSONE RIFLESSE NELLO SPECCHIO STRADALE

Durante la Veglia di preghiera per il lavoro in programma la sera di giovedì 30 aprile alla Stazione Centrale di Milano, oltre all’Arcivescovo, cardinale Angelo Scola, prenderanno la parola artefici e ideatori di progetti di accompagnamento, riqualificazione e reinserimento al lavoro – nati sul territorio, di matrice ecclesiale o a cui la comunità cristiana collabora -, che illustreranno le rispettive esperienze. Le presentiamo in sintesi

Cinisello Balsamo: ritrovare un impiego e la serenità

Dopo la creazione del Fondo Famiglia Lavoro, nel Decanato di Cinisello Balsamo il gruppo incaricato di gestire la raccolta delle richieste (formato da Acli e Caritas) ha iniziato a ricevere sollecitazioni per promuovere altre forme di aiuto mirato a dare un lavoro temporaneo a chi l’aveva perso. È nata così ‘’iniziativa «La Comunità al Lavoro».

Parrocchie, Comune, cooperative sociali, soggetti impegnati nel Fondo e Fondazione Peppino Vismara si sono uniti per ideare un progetto dal duplice obiettivo: organizzare la raccolta dei fondi necessari per sostenere economicamente l’iniziativa e far partire le assunzioni; trovare un lavoro “vero”, pur se temporaneo, per le persone assunte. Su questo fronte l’Amministrazione Comunale ha reso possibili interventi sull’arredo urbano e nelle aree verdi per una migliore fruizione degli spazi pubblici. Dovendo indicare delle priorità tra le richieste pervenute, si è deciso di privilegiare le famiglie senza reddito e con figli minori a carico.

Le iniziative realizzate durante le Quaresime 2011 e 2013 hanno permesso a 28 famiglie di ritrovare un sostegno economico temporaneo attraverso l’assunzione di un loro congiunto per almeno 6 mesi, con una regolare retribuzione contrattuale, compresi gli assegni familiari. Una forma di solidarietà e condivisione che ha permesso a molti di ritrovare almeno temporaneamente la serenità perduta e che ha rappresentato una sorta di «abbraccio» che ha legato tutte le persone coinvolte.

Una esperienza, inoltre, che ha posto in luce tre aspetti importanti: la formazione, che stimola a essere permeabili a imparare cose nuove e a non sentirsi «arrivati»; il ruolo dell’imprenditore, a proposito del quale si è registrata la disponibilità delle sole cooperative sociali; l’incontro tra persone dalla storia e dalle esperienze diverse, che attraverso il dialogo hanno saputo individuare modalità operative condivise per avviare un lavoro comune.

Fondere assieme esperienze e sensibilità molto diverse per realizzare localmente nuove proposte di solidarietà rappresenta un arricchimento per tutta la comunità. Il filo che ha unito tutti a Cinisello Balsamo è stata la disponibilità a favorire e sviluppare atteggiamenti e stili di vita coerenti, per sostenere la speranza e facilitare una migliore qualità della vita. Una preziosa collaborazione, nata attorno a un obiettivo comune, che non va dispersa.

«Retemanager»: rimettere in moto la persona

«Retemanager» è nata otto anni fa dall’iniziativa di un gruppo di amici (impiegati, dirigenti, imprenditori e professionisti) che hanno messo in comune gratuitamente rapporti e competenze per aiutare e accompagnare nella ricerca del lavoro. L’attenzione è stata concentrata sui disoccupati con più di 40 anni e dalla qualifica medio-alta, categoria tra le più a rischio e difficilmente ricollocabile, proprio in un momento della vita in cui normalmente si è all’apice delle necessità economiche.

In contesti di questo genere – che provocano solitudine, frustrazione e spesso depressione – occorre «rimettere in moto» la persona, recuperandone la disponibilità a rimettersi globalmente in discussione. Un solitario sforzo di volontà non basta, è necessario un incontro tra persone che condividono lo stesso bisogno e si sostengono a vicenda. È quanto offre «Retemanager» attraverso un’amicizia operativa, fatta di strumenti concreti come l’aiuto a definire il proprio cv, a tenere un colloquio di lavoro, a considerare strade professionali alternative, ad aprire contatti utili, a divulgare offerte di lavoro e a far emergere testimonianze di persone per cui la ripresa – quella, reale, dell’individuo – c’è davvero.

Un’azione alla cui base sta l’incontro con la presenza di Cristo vivo oggi nella compagnia della Chiesa. Una ricchezza che ha fatto sì che molti tutor di «Retemanager» sono persone che, sostenute a suo tempo nella ricerca del lavoro e una volta ricollocatesi, hanno deciso di rimanere parte attiva di questa esperienza.

Sesto San Giovanni: un ponte di solidarietà

Un «ponte» fatto non di asfalto e di cemento, ma di solidarietà e condivisione. «Lavoro e solidarietà» è il progetto che a Sesto San Giovanni, da circa due anni, vede unite due realtà cittadine – Società di San Vincenzo de’ Paoli e «Un Ponte per Sesto onlus» – per accompagnare nella formazione e nella ricerca del lavoro. La formazione per riqualificare chi si dispone a una nuova esperienza professionale, la ricerca (in accordo con le associazioni di imprenditori, artigiani e commercianti) attraverso un vero e proprio sostegno che prevede un riconoscimento economico e assicurativo. I volontari impegnati nel progetto, oltre a raccogliere i curriculum, si impegnano a contattare quanti sono disponibili ad accogliere le persone in cerca di lavoro. Il progetto prevede anche attività per sostenere la costituzione di un fondo sociale tramite il quale finanziare l’avvio di microprogetti o il mantenimento di attività già esistenti. Per evitare nuove crisi è necessario considerare l’economia uno strumento per arrivare al bene comune, ricreando meccanismi di mutualità e solidarietà. In questa ottica a Sesto San Giovanni sono state promosse iniziative benefiche, manifestazioni culturali per sensibilizzare contro il gioco d’azzardo e corsi di formazione.

Desio: stimolare l’autoimprenditorialità

Cinque parrocchie per poco più di 40 mila abitanti: questa la realtà della Comunità pastorale Santa Teresa di Gesù Bambino a Desio, nella ricca Brianza che oggi risente, come tutto il Paese, di precarietà, disoccupazione, austerità, tagli. Per leggere i segni dei tempi e provare a individuare soluzioni condivise, nella primavera 2013 la Commissione di Pastorale sociale, con Acli e Caritas, ha proposto tre serate dal titolo “Fare impresa, creare lavoro”, con economisti e testimoni provenienti dalle associazioni e dalle imprese del territorio. Da qui, attraverso la creazione di un comitato operativo a cui poi si è avvicinato anche il Comune, il problema della disoccupazione è stato affrontato con un approccio nuovo e inclusivo, centrato sulla cultura del dono e della reciprocità. Il progetto “MIND – Mettiamo Insieme i Nostri Destini” ha raggiunto 150 persone che avevano perduto il lavoro e che, disponibili a rimettersi in gioco, in due giorni sono state stimolate a elaborare 44 idee di autoimprenditorialità. Alcune di queste sono state selezionate per l’accompagnamento alla fase realizzativa, che durerà un paio di anni col supporto di imprese locali e istituzioni. In attesa di testare l’efficacia del metodo, un primo risultato è stato raggiunto: riportare al centro la persona.