Sabato 4 ottobre a Vimercate, al termine del convegno dedicato a don Giovanni Moioli, alle 18.30 il cardinale Angelo Scola celebrerà la Messa nel Santuario della Beata Vergine del Rosario. Alle 20 seguirà un incontro conviviale con i sacerdoti del Decanato. Abbiamo chiesto a don Mirco Bellora, decano e responsabile della Comunità pastorale Beata Vergine del Rosario di Vimercate e Burago Molgora, quali sono le caratteristiche di questo territorio: «La visita del Cardinale ha luogo in occasione di alcune importanti ricorrenze. Oltre al trentesimo anniversario della morte di don Giovanni Moioli, proprio il 4 ottobre si festeggia l’inizio del sesto anno della Comunità pastorale. Nello stesso giorno si celebra poi la Madonna del Rosario, festa compatronale della parrocchia centrale di Santo Stefano».
Come siete organizzati?
Siamo una Comunità di sei parrocchie, con un sacerdote responsabile e in ognuna un prete vicario. Cerchiamo di vivere sul territorio la nostra presenza in modo moderno ed evangelico, con slancio missionario. La presenza di Moioli qui è stata una traccia significativa per molti preti, perché era capace di far capire e raccontare la singolarità di Gesù ed evitare il dualismo tra fede e vita. La sua testimonianza è stata un forte punto di riferimento comune che ha unito chi abita qui.
La crisi economica si è sentita molto da voi?
Purtroppo sì, tantissimo. Siamo in una zona industriale, diverse aziende hanno chiuso e le persone hanno perso il lavoro. L’industrializzazione moderna è iniziata qui solo negli Anni Sessanta, con l’arrivo dell’industria delle telecomunicazioni (Telettra, poi Alcatel) e l’insediamento del principale sito Ibm in Italia (tanto che Vimercate era chiamata «la Silicon Valley italiana»). Ciascuna di queste aziende aveva tremila dipendenti e presto arrivarono anche molti laureati (ingegneri, insegnanti, medici) con le rispettive famiglie. La crisi è iniziata nel 2007, quando Ibm si è trasferita a Segrate. Nel giro di pochi anni altre aziende hanno iniziato una politica di delocalizzazione produttiva all’estero e chi le ha sostituite non ha saputo progettare e avviare un vero piano industriale. A questo declino del settore produttivo si è accompagnata per fortuna una crescita di terziario e commercio: è stato costruito il centro “Torri Bianche”, dove lavorano duemila persone, e ora è in costruzione l’Energy Park, dove si trasferiranno l’Alcatel e altre compagnie internazionali. Per affrontare la crisi economica siamo intervenuti in maniera corale e incisiva in molti modi e grazie a un Centro d’Ascolto e alla Caritas veniamo incontro alle persone che hanno più bisogno.
Quali le sfide per il futuro?
La novità e l’obiettivo più importante che ci prefiggiamo, grazie al dono di due nuovi preti giovani don Marco Fusi e don Davide Marzo, è essere Chiesa «in uscita», aperta verso il mondo dei giovani e della scuola. All’inizio di quest’anno dobbiamo porci domande forti sulla nostra capacità e sul nostro stile di essere una Comunità educante. Non è solo una questione di tipo organizzativo, ma piuttosto il cuore di un’esperienza di fede e di comunione che si fa testimonianza nella vita, una vita che fiorisce e fa fiorire, che attrae per la gioia, la speranza e la bellezza che fa trapelare.