Un titolo (“Liberi per credere”), un logo (il signum crucis) e un calendario di eventi articolato attorno a quattro appuntamenti principali: l’apertura (6 dicembre 2012), un evento ecumenico (febbraio 2013), l’incontro tra le religioni e la firma della Carta di Milano2013 (settembre 2013) e la chiusura (6 dicembre 2013). Questo il programma dell’Anno Costantiniano, ricorrenza del XVII anniversario dell’Editto di Milano (313). Per la realizzazione delle celebrazioni, curate dalla Diocesi di Milano e a suo carico, sono stati costituiti un Comitato scientifico e un Comitato organizzativo: li presiede monsignor Erminio De Scalzi, Vicario episcopale per gli Eventi e gli Incarichi speciali, e li coordina monsignor Luca Bressan, Vicario per la Cultura, la Carità, la Missione e l’Azione sociale.
«L’anniversario dell’Editto di Costantino del 313 – scrive l’Arcivescovo nella sua Lettera pastorale Alla scoperta del Dio vicino – sarà l’occasione non solo per riprendere il tema della libertà religiosa, ma anche per una riflessione, da condividere con tutte le persone e istituzioni disponibili, sulla rilevanza pubblica della religione e sul bene per l’intera società di una comunità cristiana viva, unita, disponibile a farsi protagonista nel tessuto sociale secondo la sua specifica vocazione e secondo un’idea di società democratica che anche i cristiani hanno contribuito a costruire e devono contribuire a rinnovare».
Il significato
Per le conseguenze generate nell’evoluzione religiosa dell’Impero romano, l’Editto di Milano può essere ritenuto a giusto titolo un tornante fondamentale per la storia dell’Occidente. Se il primo obiettivo degli accordi presi fra Costantino e Licinio era la pace religiosa indispensabile per il benessere dell’Impero sconvolto da un decennio di persecuzioni contro i cristiani, l’Imperatore era mosso anche dal suo convincimento – pubblicamente manifestato e praticato – che il culto cristiano dovesse essere riconosciuto come necessario al benessere dello Stato.
La celebrazione dell’anniversario incrocia molti temi di grande attualità. La partecipazione delle comunità religiose alla costruzione dell’ethos delle nostre culture e società, il loro ruolo nella costruzione dei legami tra le persone, il loro contributo nella delineazione e nel conseguimento del bene comune, è continuamente messo in discussione: oggetto di grandi dibattiti e di revisione critica nel mondo occidentale, in altre parti del pianeta la possibilità che le religioni (e, tra loro, il cristianesimo) possano contribuire in modo libero e pubblico alla costruzione del bene comune è ancora un traguardo da raggiungere.
Gli obiettivi
Alla luce di questo quadro, l’obiettivo della Diocesi è quello di vivere il XVII centenario dell’Editto di Milano come il luogo per fare emergere e dare slancio alla questione della libertà religiosa come bene essenziale per l’uomo di ogni tempo e cultura; e allo stesso tempo come luogo per mostrare il contributo originale che la fede cristiana ha saputo dare nella costruzione dell’uomo e della società. Proprio grazie alla loro fede, infatti, i cristiani sono presenti nella storia come l’anima del mondo e sentono continuamente il dovere di annunciare a tutti, di educare tutti alla vita buona del Vangelo.
Annuncio del Vangelo e affermazione della libertà dell’uomo vanno di pari passo: la fede cristiana esalta la libertà, la porta a compimento nella sua ricerca del vero e del bene e allo stesso tempo permette agli uomini di vivere in modo pieno la giustizia e la carità, basi fondamentali per ogni vivere sociale, come lucidamente spiega la Dichiarazione conciliare Dignitatis Humanae (testo capace di illuminare il percorso dell’Anno Costantiniano).
Ecco quindi gli obiettivi dell’anniversario:
a) sul piano storico, riappropriarsi degli eventi di un passato che ha inciso profondamente sul piano dell’ethos e della coscienza pubblica dell’Occidente cristiano;
b) sul piano iconografico, offrire la possibilità di frequentare quei repertori simbolici (immagini, manufatti, creazioni artistiche) che hanno nutrito per secoli la memoria europea;
c) sul piano ecumenico, un fecondo incontro con le Chiese d’Oriente, interessate alla figura affascinante di Costantino e con legami particolari con la Chiesa di Sant’Ambrogio, e, allo stesso tempo, il dialogo con le altre confessioni e comunità cristiane, per la rivisitazione critica di questa nuova epoca della storia della fede e della Chiesa;
d) sul piano storico-civile, infine, si potrà sollecitare il dibattito pubblico a ripensare la figura di una “nuova laicità” come consegna di un nuovo modo di vivere i rapporti con e tra le religioni nell’odierno contesto multiculturale e interreligioso, riconoscendo il contenuto positivo della libertà religiosa nella individuazione e nella costruzione del bene dell’uomo e della società: la libertà religiosa non è una concessione dello Stato, ma una delle realtà che ne fonda la legittimità democratica.
In allegato, l’illustrazione del titolo, del logo e degli eventi dell’Anno Costantiniano