Link: https://www.chiesadimilano.it/news/chiesa-diocesi/sequeri-migrazioni-quattro-lucine-per-uscire-dallemergenza-91898.html
Sirio 18 - 24 novembre 2024
Share

Anticipazioni/2

Sequeri: «Migrazioni,
quattro lucine per uscire dall’emergenza»

Alcune tesi che il teologo esporrà nel corso della prima serata del 24 novembre: «Terra, persona, ospitalità, democrazia: quattro concetti intorno ai quali riflettere»

di Pierangelo SEQUERI Preside della Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale

8 Novembre 2015

Non parlerò di emergenza delle migrazioni. Accenderò quattro piccole lucine per riflettere su alcuni elementi fondamentali senza i quali sarà difficile uscire dall’emergenza.

La prima lucina riguarda la terra: il fatto nuovo rispetto alle ragioni delle migrazioni è che la terra è già presa. Il cibo è una risorsa tecnologicamente e economicamente organizzata, quindi non c’è più spazio per trovare qualcosa di cui si ha bisogno, se non prendendola o comprandola. Abbiamo rimosso Dio e la Natura dall’assegnazione della terra. Questa liquidazione ha mostrato però alcuni contraccolpi: il rimosso torna e si vendica. Il paradosso: siamo globalizzati, i diritti dell’uomo sono riconosciuti, ma le ragioni dei conflitti e delle emergenze si mescolano sempre con la religione, l’etnia, i nazionalismi, le divisioni.

Il secondo fuocherellino riguarda l’idea dell’individuo, della persona. Incoraggiamo i nostri ragazzi a porsi la domanda: chi sono io. Una domanda interessante, ma senza fine, che può anche rendere molto infelici. Non ci chiediamo più cos’è umano, lo diamo per scontato, ma in realtà non lo sappiamo più. L’umano è ciò che si condivide, che è comune. Senza l’umano condiviso e comune difficilmente si potranno fronteggiare gli incontri tra gli esseri umani sulla base di una comunanza.

La terza idea è quella di una categoria trascurata, che è diventata un oggetto commerciale: l’ospitalità. Non cittadinanza, né familiarità, non è nemmeno l’estraneità o l’ostilità. Da tempo però non ci occupiamo delle regole dell’ospitalità: o la schiacciamo sulla cittadinanza, oppure la consideriamo una cosa che ci danneggia, viene dall’estraneo e noi non abbiamo posto. Questa cultura chiede un po’ di fede, perché l’ospite potrebbe rivelarsi ostile. Senza ospitalità gli uomini non avrebbero fatto niente di bello nella vita, perché la vita è fatta dall’incontro di cose nuove. A questa fede deve far ricorso un foedus, un patto per la cittadinanza, che dice di offrire risorse per l’ospitalità e anche protezione.

Ultimo fuocherello è la democrazia: anch’essa ha il suo degrado che è sotto gli occhi di tutti. La buona notizia è che lo sapevamo fin da quando è nata; la democrazia prende le sue malattie: populismi, procedure, il diritto del più forte, la dittatura del numero. Abbiamo promesso da almeno due secoli al resto del mondo che sarebbe stata una risorsa vantaggiosa: il resto del mondo si presenta e trova che non siamo in grado di garantire la qualità della democrazia nemmeno per i nostri.