Nell’Anno della Fede che sta per cominciare noi punteremo sui giovani. La decisione è stata presa dell’Arcivescovo stesso. Lo vivremo soprattutto con loro. Ci faremo aiutare dai giovani a capire l’oggi della fede, il modo attuale di accogliere la Rivelazione che ci salva. Vorremmo riuscire a vivere con loro bei momenti, nei quali sentire la forza e la bellezza del credere, ma anche la sua esigente serietà. La fede è infatti capace di donare gioia, di offrire riscontri felici, di suscitare aperture e slanci, di operare guarigioni salutari. Ma questa stessa fede è chiamata a misurarsi con interrogativi seri e con sfide epocali, a superare incertezze e smarrimenti, a sostenere fatiche e sofferenze.
La decisione di puntare sui giovani in questo Anno della Fede è stata presa da poco, mentre siamo ormai alle porte del nuovo anno pastorale. Ci preme anzitutto che lo si sappia. Lo sappiano tutti: le nostre comunità parrocchiali e pastorali, le associazioni e i movimenti, le grandi istituzioni diocesane. Lo sappiano in particolare i sacerdoti e i laici che si dedicano alla pastorale giovanile. A loro ci preme dire: «Avrete molto probabilmente già programmato con i vostri giovani le attività del prossimo anno pastorale. Abbiate la pazienza e la carità di fermarvi un momento, di mantenere un po’ tutto in sospeso per poi un poco ripensarlo. Date spazio con noi a questa proposta. Cogliamo insieme questa preziosa occasione e uniamo le forze: proviamo a immaginare un percorso condiviso».
Il dialogo col cardinale Scola
Che cosa potremmo fare dunque in questo Anno della Fede con e per i giovani? Non volevamo deciderlo senza di loro. È giusto che siano i giovani stessi, insieme con i preti che li seguono e le figure adulte che li accompagnano, a dirci come muoverci. C’è un punto fermo da cui partire: la disponibilità del cardinale Scola a parlare ai giovani in alcune occasioni straordinarie, oltre agli appuntamenti consolidati della Redditio Symboli e della Traditio Symboli. Questo avverrà nei mesi di gennaio e febbraio: una sorta di convocazione generale in luoghi significativi. Ci piace chiamare questo momento “il dialogo della fede”. Ascolteremo che cosa egli ha da dirci e ci confronteremo con lui. Immaginiamo che i giovani, tutti i giovani che lo desiderano, possano giungere a questo momento con domande da porre, riflessioni da offrire, sentimenti da condividere, esperienze da raccontare. Consentire a tanti giovani, in qualunque posizione si trovino, di esprimere le attese e gli interrogativi di una retta coscienza di fronte alla fede è quanto desidereremmo fare. Se ci aiutate a capire meglio in che modo potremmo farlo, ve ne saremo molto grati. Dateci suggerimenti per questo primo tempo di ascolto dei giovani, che chiameremo “le domande della fede” (suggerimenti e indicazioni dovranno essere inviati a giovani@diocesi.milano.it).
Lo stesso aiuto chiediamo per il momento successivo al dialogo con l’Arcivescovo, quando si tratterà di raccogliere il frutto della riflessione maturata. Su quanto egli dirà i giovani potranno interrogarsi ulteriormente, confrontarsi, ascoltarsi, meditare. Ora, come far tesoro di tutto ciò che emergerà? Come valorizzarlo, facendolo rifluire a beneficio di tutti? In che modo e con quali strumenti? E quale potrebbe essere il punto di arrivo di questo cammino percorso insieme? Questo terzo momento che ci piacerebbe chiamare, pensando alle prospettive che si aprono, “i passi della fede”, a che cosa dovrebbe approdare?
Sono queste le idee che sono sorte quando abbiamo cominciato a immaginare una proposta per i giovani nell’Anno della Fede. Volevamo condividerle con tutti per cominciare ad avere, anche solo a caldo, qualche parere e qualche suggerimento. Abbiamo davanti il mese di agosto per pensare, mentre giustamente ci si riposa un po’. Avremmo proprio piacere di ricevere qualche indicazione. Con un gruppo di lavoro costituito da rappresentanti (giovani, presbiteri, educatori) opportunamente scelti valuteremo queste indicazioni e prenderemo tutte le decisioni necessarie per rendere questa proposta operativa. Dopo di che la presenteremo nella mattinata di sabato 15 settembre presso il Seminario di Seveso.
La nostra intenzione è di dare inizio al cammino dell’Anno della Fede per i giovani con la celebrazione della Redditio di venerdì 28 settembre. Ci preme che quanto faremo insieme sia per i giovani e per tutti motivo di serena soddisfazione: una scuola della fede, ma anche una festa della fede. Nessuna pretesa di compiere cose eclatanti, ma un semplice desiderio: che quanto andremo a vivere nei vari momenti risulti, nella sua serietà, gradevole e gradito, utile perché ben pensato ma soprattutto perché vero, sincero nelle intenzioni. Un’occasione per far sentire la freschezza e la forza della verità della vita nella luce del Vangelo. Siamo convinti che le potenzialità di bene dei giovani siano tuttora straordinarie e costituiscano un punto di forza per un miglioramento reale della nostra società.