Serata dedicata ai giovani, quella di giovedì 29 settembre, al Liceo Galilei di Legnano. Il secondo incontro “verso la Missione” cittadina era intitolato “Dio a modo mio”: Paola Bignardi (Istituto Toniolo – Università Cattolica) ha illustrato la recente ricerca sui giovani e la fede in Italia condotta dall’Istituto nell’ambito del Rapporto Giovani. Sorprendenti alcuni risultati, ma soprattutto attenzione focalizzata agli interrogativi che gli stessi giovani pongono alla comunità cristiana, alla realtà adulta, alla famiglia, alle “agenzie educative”: dall’oratorio alla scuola…
È emerso un quadro in chiaroscuro. Tra gli under 30 intervistati per l’indagine, poco più della metà si dice cattolico. Fra loro, un quarto frequenta la messa domenicale. «Questi nostri giovani – ha affermato la relatrice – non sono ostili alla comunità cristiana, le sono semmai estranei». Perché? Un quesito da girare alle parrocchie: i giovani sono accolti nelle nostre comunità? I “linguaggi” della Chiesa sono al passo dei vocabolari e degli interessi giovanili di oggi? E – non di meno – la famiglia è ancora un fattore di trasmissione della fede?
Bignardi, esperta di tematiche educative, insiste: occorre mettersi in ascolto dei giovani, i quali hanno bisogno soprattutto di “testimoni limpidi” della fede.
La ricerca mette in luce una fede giovanile in cui prevale il rapporto diretto con Dio, ma “spesso è un Dio fai-da-te”, un Dio “generico”, “personalizzato”, tanto che quando i giovani che si professano cattolici sono chiamati a parlare della propria fede, il riferimento a Gesù Cristo è raro, inconsueto. Il Dio incarnato, entrato nella storia dell’umanità, rischia di essere relegato tra le quinte. Però, se la pratica religiosa non è diffusissima, se il rapporto con la comunità in tanti casi è labile, se la Chiesa è percepita come una “istituzione” prima che come una “famiglia”, resta una ricerca di fondo, una diffusa apertura al trascendente, perché – raccontano i giovani – «chi crede ha sempre una speranza».
Così, quando si passa dal dato quantitativo agli elementi “qualitativi” dell’indagine, si scopre che Dio è presente nell’orizzonte giovanile; che il Papa è un punto di riferimento credibile per la grande maggioranza dei ragazzi; che alcune relazioni con educatori o sacerdoti segna in positivo la vita di molti giovani. I quali, secondo Bignardi, «sono protagonisti di una ricerca della fede»; la comunità cristiana è dunque chiamata a porsi al loro fianco per un incontro «vero e profondo con il Signore».
Alla relazione introduttiva sono seguite tre toccanti testimonianze di fede di altrettanti giovani legnanesi: un cattolico, una musulmana e una avventista. Dalle loro parole sono giunti messaggi univoci: «La fede in Dio c’entra con la mia vita di ogni giorno», «Mi apre prospettive nuove», «Mi avvicina agli altri»…
La Missione cittadina proporrà numerosi altri momenti per i giovani, a partire dal concerto-meditazione del Coro Shekinah dell’8 ottobre in Basilica di San Magno. E poi un ricco calendario da scoprire nel sito della Missione e attraverso i social.