Erano in migliaia i fedeli che questa mattina in duomo hanno preso parte alla solennità della beata Vergine Maria. Erano presenti istituzioni civili, religiose, giovani, anziani, famiglie con bambini, ammalati e persone diversamente abili. Una cattedrale quasi colma fin dalla prime ore del mattino per pregare insieme la Vergine.
Una ricorrenza importante questa dell’Immacolata che illumina il cammino dell’Avvento che si compie in questo periodo dell’anno. Nella sua omelia il Cardinale Scola ha offerto spunti di riflessione profonda proprio sul senso dell’Avvento, della libertà come capacità di rispondere positivamente a una chiamata e quindi come possibilità di realizzare pienamente la propria vocazione. «Tu hai preservato la Vergine da ogni ombra di peccato perché da lei sarebbe nato l’agnello innocente che toglie i peccati del mondo. Con queste parole del Prefatio, la liturgia odierna identifica immediatamente l’importanza per tutta la Chiesa e ogni cristiano del mistero dell’Immacolata Concezione di Maria»
Le parole iniziali dell’Arcivescovo sottolineano immediatamente l’importanza della festa dell’Immacolata per la Chiesa odierna. «Il dono della Immacolata Concezione è certamente un privilegio singolare e personale della Madre del Signore. Eppure nel dono ricevuto personalmente da Maria troviamo delineata la fisionomia compiuta dell’uomo: Tu l’hai predestinata modello di santità. E la santità è appunto l’umanità compiuta.»
Maria è un esempio di fede per l’uomo e per la Chiesa , lei infatti è stata la prima credente perché si è affidata pienamente alle parole dell’angelo e in questo modo ha realizzato pienamente il disegno di Dio su di lei, cioè la sua Santità.
«Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te. Con queste parole l’Angelo, che, mandato, incontra Maria manifesta alla Vergine la sua speciale vocazione che poggia sulla singolare decisione della Trinità di volerla come Madre del Figlio- prosegue il Cardinale parlando in modo specifico della vocazione di Maria -. Noi sappiamo che la Vergine intrattiene un consapevole colloquio con l’Angelo che si conclude con il si. È molto importante riconoscere che in quella circostanza ben individuata e in quel personale incontro con l’Angelo ci viene offerto l’essenziale per comprendere che la vita intesa come vocazione compie la libertà di Maria. E, analogamente, questo avviene anche per noi».
Il Cardinale a questo punto della sua omelia ha invitato i fedeli a fare attenzione al nesso che c’è tra la vocazione e la libertà dell’uomo. «La libertà dell’uomo, infatti, non è anzitutto iniziativa, ma risposta. La sua forma compiuta è quella dell’accoglienza spalancata al dono che la precede e le viene offerto».
Nelle parole dell’Arcivescovo c’è una indicazione importante rispetto a un uso scorretto della libertà da parte dell’uomo che lo porta al peccato e indica nella grazia di Dio l’unica possibilità di salvezza.
Le riflessioni del Cardinale Angelo Scola hanno toccato quindi punti nodali della fede offrendo ai credenti presenti in duomo molteplici motivi e spunti di meditazione, considerazione e valutazione del proprio percorso di fede, ma anche della propria umana condizione di vita alla luce della figura di Maria.
In questo modo l’Arcivescovo si è posto come attento pastore e guida sensibile per ogni persona presente alla celebrazione eucaristica.