«Sono grato all’Unitalsi per questo gesto. Paolo Vi è stato un testimone profetico dei nostri tempi, che ci spinge a vivere la fede con gioia». La consegna della reliquia del beato Paolo VI ai responsabili dell’Unitalsi ha rappresentato il momento più significativo della celebrazione eucaristica che questa mattina l’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, ha celebrato nella parrocchia milanese di Santa Maria di Lourdes per la Giornata mondiale del Malato.
Nell’occasione che la Chiesa dedica all’attenzione per le persone che si trovano in condizioni di fragilità l’Arcivescovo di Milano ha affidato dunque la reliquia del nuovo Beato all’associazione che si occupa di dare sollievo ai malati. La porteranno fino a Lourdes e lì, nel santuario mariano francese, la lasceranno: non prima, però, di averle fatto percorrere un viaggio in ogni casa di riposo dei malati, a cura e sotto la custodia della sezione giovanile dell’associazione.
Molti erano i malati presenti in chiesa. Nella sua omelia Scola ha voluto ribadire ancora una volta la vicinanza a ognuno di loro. «Ciascuno di noi – ha detto – è stato scelto dal Padre per essere santo e immacolato nell’amore per essere figlio in Gesù Cristo». E ha aggiunto che «la modalità con cui la Vergine ha accompagnato Gesù fin sotto la croce, restando lei – che era madre – salda e ferma nel dolore, assieme al modo con cui Dio ci ama uno a uno e non ci lascia mai, sono i pilastri che ci accompagnano nella prova della malattia». Lo vediamo, secondo Scola, «nel parente che tiene la mano al suo caro fino alla fine: in quella mano c’è la mano di Dio». Il Cardinale ha poi ricordato come la Giornata del Malato non debba rimanere un solo momento all’anno: oggi «attraverso questa bellissima giornata ci affidiamo al Padre», ogni giorno l’affidamento è alla Madonna «attraverso la pratica del Santo Rosario».
L’Arcivescovo ha voluto inoltre riprendere il messaggio di papa Francesco per la Giornata che, traendo lo spunto da un versetto del libro di Giobbe («Ero occhi per il cieco e piedi per lo storpio»), invita ciascun cristiano a essere fratello: «Deve essere così la nostra azione di carità nei confronti dei malati». Per questo ha invitato tutti a essere presenti nei luoghi di cura, dove «va potenziata l’azione di carità nei confronti dei malati».
Un passaggio, infine, sulla testimonianza dell’Arcivescovo di Abuja, cardinale John Onaiyekan, ieri in Duomo, fatto dal parroco don Sergio Gianelli in apertura e ripreso da Scola, sulla gioia dell’essere cristiani anche in luoghi così difficili come la Nigeria. La raccomandazione finale dell’Arcivescovo è stata a guardare proprio in una giornata come questa «con pronta speranza a questi tempi di travaglio».
Altre celebrazioni in programma in giornata sono segnalate nel box a fianco.