«Il conferimento del Sacramento della Confermazione è un punto fondamentale nella vostra vita e dovete viverlo come tale: lo ricorderete, perché oggi è un giorno luminoso, il giorno in cui siete resi certi, sicuri, appunto confermati, che lo Spirito santo non vi lascerà mai soli, qualunque cosa potrà accadere di bello o meno».
Il cardinale Scola, con una voce nella quale si sente un affetto pastorale di padre, si rivolge, così, direttamente, ai 270 ragazze e ragazzi che, in Duomo ricevono la Cresima. Arrivano da due Comunità pastorali, 180 da Seveso, appartenenti alle quattro parrocchie unite nella CP “San Pietro da Verona”, 90 dalla Comunità pastorale che ha preso avvio appena la settimana scorsa, “Madonna del Buon Consiglio” che riunisce Vanzago e Mantegazza con Rogorotto. Per questi ultimi, un avvio di Comunità particolarmente significativo, per cui si è mobilitata moltissima gente, così come anche da Seveso, Altopiano e Baruccana sono giunti con una sorta di viaggio collettivo che ha coinvolto ben 14 pullman. I sacerdoti, i genitori, i padrini, le madrine, i nonni, i catechisti, gli animatori e gli educatori degli oratori, gli amici, i fratelli e sorelle: con i cresimandi ci sono proprio tutti. Ed è, allora, quasi lo dicesse a ciascuno, che l’Arcivescovo sottolinea il suo personale ringraziamento.
Lo Spirito santo «su di noi, tra noi e in noi», è il filo d’oro che annoda la riflessione. «Da oggi, dopo aver ricevuto la Sacra unzione, potrete sempre rivolgervi a Dio, attraverso lo Spirito», spiega Scola.
Ma cosa è lo Spirito santo? «Quando diciamo che Dio è padre di tutta l’umanità, comprendiamo cosa significhi perché abbiamo l’esperienza del rapporto con il nostro papà e questo vale anche per il Figlio, esso stesso Dio incarnatosi in Gesù, di cui abbiamo l’idea. Dello Spirito santo facciamo fatica, invece, a immaginare qualcosa. Possiamo, però, riconoscerlo dagli effetti che produce, che sono doni a cui si collegano i frutti dello Spirito».
In una parola, «la natura dello Spirito è l’amore in persona», come il Cardinale – che lo ricorda esplicitamente – ha scritto nella sua lettera inviata a tutti i Cresimandi ambrosiani 2016.
«Lo Spirito è l’amore stesso di Dio che Cristo dona e che, attraverso il Sacramento della Confermazione, viene dato a ciascuno personalmente. Chiediamo perdono per tutte le volte che abbiamo tradito tale amore, non perdonando a nostra volta le offese ricevute, non condividendo il bisogno, non avendo pregato per i nostri fratelli cristiani sottoposti al martirio in tanti Paesi nel mondo, anche ragazzi come voi», continua l’Arcivescovo.
«La vostra età è molto bella, ma ha bisogno di essere sostenuta e la Chiesa vuole il vostro bene: se i genitori, pur amandovi sicuramente, non vi insegnano l’importanza della partecipazione alla Messa domenicale, fanno molto male». Appunto perché, senza Dio, niente di ciò che accade o si fa, anche bene, è sufficiente, suggerisce l’Arcivescovo. Dunque, occorre diventare amici di Gesù.
«Non vi siete preparati a questo gesto come a una specie di doposcuola, come se ricevuta la Cresima tutto finisse. È il contrario perché lo Spirito ci mette insieme, ci fa una cosa sola. Bisogna che impariate a vivere quell’amicizia stabile con Dio che si comunica attraverso lo Spirito santo. Diventeremo così testimoni di quanto è bello, buono e vero seguire Cristo nella nostra vita, nelle scelte decisive che farete, come costruire una famiglia. Soprattutto sarete donne e uomini riusciti e l’esistenza sarà un continuo andare verso il compimento».
Poi, la liturgia della Confermazione, con la rinnovazione delle promesse battesimali, l’imposizione della mani, la crismazione, conferita personalmente dal Cardinale a cinquanta ragazzi – equamente divisi tra le due Comunità Pastorali –, mentre, accanto a lui, compiono lo stesso gesto cinque Canonici del Capitolo metropolitano, tra cui l’Arciprete del Duomo, monsignor Borgonovo.
E, come sempre, alla fine della Messa, vissuta dall’assemblea «nella consapevolezza e con serietà», come nota in conclusione ancora l’Arcivescovo, la festa che anima la Cattedrale con la vivacità e l’allegria dei ragazzi, le fotografie di rito, ma anche gli ormai immancabili selfies.