La solenne celebrazione eucaristica che il cardinale Angelo Scola celebrerà domenica 27 settembre, alle 18, nella chiesa del Pime (via Monte Rosa 81, Milano) in ricordo della morte di monsignor Angelo Ramazzotti, rappresenta la conferma di un rapporto molto stretto che, sin dalle origini, lega il Pontificio Istituto Missioni Estere alla Diocesi di Milano e un momento-chiave del percorso di riscoperta della figura del fondatore che il Pime ha compiuto negli ultimi tempi (anche in vista della beatificazione).
Val la pena ricordare che Angelo Ramazzotti (1803-1861) è stato non soltanto uno dei più importanti pastori della Chiesa italiana del XIX secolo – prima vescovo a Pavia per sette anni, quindi Patriarca di Venezia per tre -, ma anche il fondatore di quello che allora era il Seminario lombardo delle missioni estere, dal 1926 divenuto Pime. La nascita del Pime il 30 luglio 1850 inaugura quel «mezzo secolo d’oro» della missione che in Italia vedrà sorgere i primi quattro istituti missionari italiani. Con una sensibilità in notevole anticipo sui tempi – che poi il Concilio avrebbe perfezionato – Ramazzotti aveva infatti intuito che ogni Chiesa locale aveva (e ha) il compito di partecipare al supremo dovere della Chiesa universale, ossia l’evangelizzazione «fino agli estremi confini della terra». Non solo: in risposta a un’obiezione che, ieri come oggi, a volte sembra tarpare le ali alla missione, Ramazzotti sostiene con forza che la partenza di alcuni per la missione ad gentes non toglie forze ed entusiasmo alla pastorale e all’impegno all’evangelizzazione qui, ma, anzi, alimenta una circolarità positiva tra Chiesa che manda e Chiesa che riceve. È quanto il Concilio riconoscerà come «cooperazione tra le Chiese».
Ancora: ben consapevole che la situazione religiosa dell’Italia del suo tempo non fosse idilliaca (egli stesso, come Oblato di Rho, girava per proporre le missioni popolari e ben conosceva la realtà), monsignor Ramazzotti fonda il Pime nella convinzione che la missione non sia un «lusso» che ci si può permettere quando tutto è «a posto», come se il compito dell’evangelizzazione fosse un optional e non un mandato di Cristo. Oggi diremmo che, come ama ripetere il Papa, ha preferito una Chiesa «incidentata», ma «in uscita» a una perfetta (ammesso che sia possibile…) ma statica o arroccata su se stessa.
Dunque, per quanto assai meno noto di altri fondatori di istituti, ora finalmente Ramazzotti sta uscendo dall’oblio e riacquistando il suo giusto spazio all’interno della storia della Chiesa. Il merito, va detto, è dell’attuale direzione generale del Pime, ambrosiana Doc, essendo padre Ferruccio Brambillasca, superiore generale, nativo di Agrate Brianza, e padre Davide Sciocco, il suo vicario, di Canegrate (Varese).
Ma torniamo all’evento del 27 settembre, che si colloca a pochi giorni dalla chiusura ufficiale dell’«Anno Ramazzotti», avvenuta domenica 6 settembre a Ducenta (Ce), con la partecipazione del vescovo di Aversa, monsignor Angelo Spinillo. Nel corso dell’anno, numerose e importanti iniziative sono state realizzate, in Italia e all’estero, per rilanciare la figura di Ramazzotti e riscoprire la grande attualità del suo carisma.
Tra le pubblicazioni, da ricordare la biografia Angelo Ramazzotti, attualità del fondatore del Pime (Pimedit, 2014), a firma di chi scrive e la ripubblicazione – a cura di padre Costanzo Donegana e di Paolo Labate – della biografia originale di Ramazzotti, scritta dal suo segretario, Pietro Cagliaroli, all’indomani della morte dell’allora Patriarca di Venezia. Sono stati poi raccolti, in un quaderno monografico di InforPime, gli atti del convegno su Ramazzotti tenutosi il 15 novembre 2014 al Centro Pime di Milano, con le relazioni dei padri Costanzo Donegana e Gianni Criveller e i contributi di monsignor Renato Corti, vescovo emerito di Novara, Francesca Consolini e don Davide Caldirola, parroco milanese, da anni collaboratore dei percorsi formativi del Pime.
Nel corso dell’anno, poi sono stati varati numerosi pellegrinaggi organizzati per varie categorie di persone, a Rho, Pavia e Venezia, ossia i luoghi direttamente legati al ministero di Ramazzotti.