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Chiesa viva alla Malpensa

La cappella dell'aeroporto è aperta giorno e notte, a disposizione di chi desidera un momento di raccoglimento

15 Luglio 2008

20/06/2008

di Maria Teresa ANTOGNAZZA

Le indicazioni sono veramente scarse, ma una volta giunti alla cappella della Madonna di Loreto ci si dimentica addirittura di essere all’aeroporto della Malpensa. Qui, ogni giorno, assicurano la loro assistenza spirituale don Ruggero Camagni e il diacono Angelo Montalbetti. La chiesa è accogliente, ben curata.

«La nostra piccola cappella andrebbe non solo visitata, ma “meditata” – ci spiega don Ruggero, illustrando i significati delle scelte architettoniche -. Si entra lungo un corridoio circolare, completamente rivestito di mosaico azzurro, che rappresenta l’onda del Battesimo; qui ci si immerge per entrare nel mondo, nella chiesa, come popolo di Dio, rappresentato dalla sala dove sono sistemate le sedie color rosa». Qui il colore delle pareti è grigio, a simboleggiare la terra.

Ma non è finita: «Si entra nell’umanità, ma inseriti nella Pasqua di Cristo: per questo, giungendo verso l’altare – prosegue il cappellano -, il soffitto si alza. Siamo legati alla terra e portati verso il cielo, nella la vita eterna, verso l’infinito, rappresentato dalla vetrata azzurra trasparente e luminosa, che sta sul fondo della parte absidale».

Dunque, un viaggio spirituale nel quale si è condotti anche fisicamente. La cappella è stata costruita nel 1998, quando è stato inaugurato l’hub di Malpensa 2000. Resta sempre aperta, notte e giorno, per chi desidera un momento di raccoglimento. «Alla messa domenicale in media viene una decina di persone – dice il diacono Angelo -, ma riusciamo sempre a coinvolgere qualcuno nell’animazione liturgica e nella proclamazione delle letture».

Messa, preghiera personale, qualche buona lettura consigliata ai viaggiatori. Ma per i due dinamici cappellani l’impegno in aeroporto significa anche altro. I fedeli affidati alle loro cure – passeggeri in transito, poliziotti, finanzieri, personale delle pulizie, commesse e baristi – vivono questa piccola porzione di Chiesa come la loro personale parrocchia.

«È gente che arriva per lavoro da ogni parte d’Italia e abita nei paesi intorno a Malpensa – spiega Montalbetti, che èanche responsabile di tre parrocchie della Comunità pastorale di Somma Lombardo: Castelnovate, Case Nuove e Vizzola -; per loro l’aeroporto diventa un po’ la seconda casa e se hanno bisogno di un prete vengono da noi. Spesso, per esempio, vengono a chiederci di ricevere la Cresima perché vogliono sposarsi in chiesa. E allora organizziamo anche incontri di catechesi in preparazione ai sacramenti. Recentemente abbiamo celebrato otto cresime nella parrocchia di Castelnovate: a riceverla erano poliziotti e persone delle pulizie dell’aeroporto. Altri invece vengono da noi solo per scambiare qualche parola buona o per confessarsi. Sono tutti incontri a livello personale: concordiamo con loro gli orari più opportuni, di solito al termine del turno di lavoro».

Di questi tempi al centro delle preoccupazioni di molti è la crisi del lavoro, che a Malpensa è diventata una drammatica realtà per molte famiglie. «Ogni domenica – conferma il diacono -, nelle nostre tre parrocchie, nella preghiera dei fedeli c’è sempre un’intenzione dedicata a questo problema».

Da quando ci sono i due cappellani, a Malpensa è stata riaperta anche l’altra cappella dell’aeroporto, al T2: «Qui però non conserviamo l’Eucaristia: è solo un punto di raccoglimento e preghiera personale». Nella cappella si trova di tutto: libretti dedicati alle biografie dei grandi santi, fogli per la preghiera, il quotidiano cattolico da consultare, corone e ceri da acquistare e anche oggetti benedetti provenienti dalla Terra Santa.