Il Seminario di Seveso e l’attiguo santuario sono dedicati al domenicano Pietro da Verona, inquisitore pontificio ucciso nel 1252 nei boschi della zona dagli eretici catari. Gli Umiliati, per onorare il martire che fu ben presto canonizzato, costruirono una cappella e un ospizio. Nel 1371 giunsero a Seveso i domenicani che ne fecero il loro convento fino al 1798, quando fu soppresso da Napoleone. In seguito, il grande complesso passò al Seminario di Milano che nel 1881 vi aprì il ginnasio arcivescovile, mantenendolo in vita fino al 1985.
Nel 1998 l’antica struttura ha subìto una profonda e necessaria ristrutturazione che ha riportato il grande complesso al suo primitivo splendore. Inoltre occorreva riadeguare gli spazi alle rinnovate e ulteriori esigenze da parte della Diocesi. A lavori ultimati infatti la nuova sede di Seveso avrebbe ospitato il Corso propedeutico e il Biennio teologico, che fino ad allora si trovavano nel Seminario di Saronno. Ma negli anni successivi altre iniziative iniziative diocesane, legate soprattutto alla Pastorale giovanile, come il Gruppo Samuele e gli Esercizi spirituali per 18-19enni, vi si sarebbero svolte con successo. Inoltre Seveso avrebbe accolto anche la Formazione permanente del clero.
L’intervento strutturale del 1998, si legge sul mensile “La fiaccola” uscito allora in occasione dell’inaugurazione della nuova sede, «restituì al Seminario le caratteristiche di sobria eleganza che aveva all’origine, eliminando le alterazioni sovrapposte lungo i secoli». Al piano terreno del vecchio complesso (84 mila metri cubi di costruzione e 6.500 metri quadrati coperti) furono state collocate la portineria, la segreteria, gli uffici, la cappella, le aule e le sale professori. Nel nuovo edificio vennero realizzati la hall, biblioteca, sala lettura, aula magna, saletta bar-televisione.
La cucina e la mensa (con una capacità di 300 posti) invece si trovavano al piano interrato. Ai piani superiori infine c’erano ben 159 camere per i seminaristi e 16 appartamenti per gli educatori; mentre le suore sarebbero state alloggiate nel nuovo corpo dell’edificio, mettendo a loro disposizione 6 camere e una cappella. «Cuore del complesso di San Pietro – si legge ancora nella rivista del Seminario – è senza dubbio la cappella, realizzata sotto la direzione artistica di Guido Lodigiani, che ha basato il suo progetto iconografico sul Vangelo di Giovanni. La simbolica che altare, ambone, statua di Maria, tabernacolo e vetrate esprimono, traggono origine ognuna da un capitolo del quarto Vangelo».
Significativo anche il recupero e l’inserimento in un nuovo contesto della preziosa tela del Cerano raffigurante la crocifissione, opera che per anni era stata conservata nella sede di Saronno.