La recente visita dell’arcivescovo Angelo Scola in Romania «è stata un’occasione meravigliosa», dice don Adrian Avram, direttore generale della Caritas Cluj, città in cui il Cardinale si è recato per ricevere il titolo di Doctor honoris causa dall’università locale. «È stato un grande onore per noi accogliere l’Arcivescovo di Milano – dice il sacerdote -. Con lui abbiamo parlato dei problemi della nostra Diocesi e delle attività sociali e caritative che svolgiamo, come quella rivolta ai bambini».
A Cluj-Napoca è nato infatti un progetto a favore dei minori finanziato dalla Caritas Ambrosiana. L’obiettivo è quello di migliorare la qualità della vita dei bambini e dei giovani, in vista di un’età adulta responsabilità e indipendente. «Noi siamo preoccupati per i ragazzi e per questo siamo impegnati nella prevenzione dell’abbandono scolastico – spiega don Adrian -. Ci sono infatti tante famiglie povere che non riescono a dare da mangiare ai figli, acquistare vestiti e mandarli a scuola». Purtroppo «per questi piccoli motivi abbandonano gli studi». E così la Caritas di Cluj si fa carico dei minori e offre loro cibo, mentre gli operatori vanno nelle case ad aiutare le famiglie. Insomma, dice il direttore, «cerchiamo di fare squadra per superare i problemi».
I ragazzi assistiti vanno dai 6 ai 18 anni, per coprire l’intero percorso scolastico. Nelle città rumene e in particolare a Cluj-Napoca – si legge nel progetto – è facile incontrare bambini senza tetto che vivono di elemosina e furti. Spesso hanno alle spalle famiglie divise o che vivono in condizioni di povertà estrema. E così i ragazzi si costituiscono in bande per commettere reati in luoghi pubblici, anche a causa del consumo di alcol e droghe, un fenomeno in crescita dal 1990.
Spesso le famiglie non offrono ai ragazzi modelli educativi capaci di farli crescere nella legalità. Per questo la Caritas offre a questi minori un ambiente sano, coinvolgendoli in iniziative capaci di sviluppare in loro il senso della responsabilità. Al momento i ragazzi frequentano solo «attività diurne – chiarisce il direttore della Caritas -, perché non abbiamo ancora una struttura che possa ospitarli». I minori ricevono anche aiuti materiali: un pacco di cibo, abbigliamento e scarpe. Il progetto è rivolto in particolare a quanti provengono da famiglie a rischio, con reddito che va dai 20 ai 50 euro al mese a testa, un basso livello di istruzione e problemi di dipendenza. Questo progetto non fa che rafforzare il rapporto già buono tra le due Diocesi – rumena e ambrosiana – e in particolare tra le rispettive Caritas.