Un piccolo paese con gravi problemi!
La Guinea Bissau, incastonata fra Senegal e Guinea Conakry, ha un milione e duecentomila abitanti, il 60% dei quali vive in villaggi.
Con un’ economia di sussistenza basata essenzialmente sull’agricoltura, èuno dei 10 paesi più poveri al mondo.
L’età media della popolazione è di 41 anni per gli uomini, 45 per le donne.
Il prodotto interno lordo pro capite è di 240 dollari l’anno .
Dal XV secolo colonia portoghese, la Guinea Bissau servì anzitutto come base per il traffico degli schiavi verso le Americhe.
Dal 1974 è un popolo indipendente ma ancora "dominato" dagli interessi di potere che realizzano alleanze economiche di stampo marxista-leninista appoggiate da russi, cubani e altri paesi socialisti.
Nel 1980 con un colpo di stato viene deposto il presidente Luis Cabral.
Uno dei migliori pensatori per il processo di Indipendenza Africana.
Viene formato un Consiglio della rivoluzione, guidato da Jao Bernardo Viera , detto Nino.
Tra il 1991 e 1995 viene modificata la Costituzione, introdotto il multipartitismo e realizzate le prime elezioni presidenziali.
Nel 1997 però scioperi e tumulti provocano grandi tensioni sociali.
La situazione precipita in seguito all’ingresso nella Comunità economica africana e alla sostituzione del peso con il franco africano.
Il 1998 è stato un anno molto difficile in Guinea.
Infatti, vi sono stati combattimenti fra i ribelli del generale Mané e le truppe fedeli al presidente Nino, che alla fine ha dovuto fuggire in Portogallo.
Il 26 gennaio 1999 muore mons. Settimio Ferrazzetta, vescovo di Bissau, uno dei principali sostenitori del processo di pace.
Nel 2000 Kumba Yala, leader del Partito africano per l’indipendenza della Guinea e Capo Verde è il nuovo presidente.
Nell’ottobre 2003 il presidente scioglie il parlamento poi la campagna elettorale tesissima e la vittoria dell’opposizione, con un nuovo presidente, Henriche Rosa, cristiano, mediatore abile e tenace.
Si è costituito un nuovo governo con il Paigc, il partito vincitore delle recenti elezioni legislative.
Quello che è importante è che sembra scongiurata per il momento la minaccia di nuovi conflitti e che si possa finalmente ritornare alla legalità democratica.
E’ una pace molto fragile ma anche promettente, accompagnata da un ritorno alla democrazia e alla ripresa dei rapporti con la comunità internazionale.
«Forse abbiamo cominciato a scrivere una pagina nuova del nostro Paese», così si esprime il nuovo vescovo di Bissau, José Camnate, che il 12 febbraio 2000 ha raccolto la difficile eredità di mons. Settimio Ferrazzetta.