Dieci anni fa, il 22 febbraio 2005, moriva a Milano monsignor Luigi Giussani, fondatore della Fraternità di Comunione e Liberazione (Cl). Nel decennale della sua scomparsa e nel 33° anniversario del riconoscimento pontificio della Fraternità, lunedì 23 febbraio l’Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, presiederà una celebrazione eucaristica in Duomo alle 21 (diretta su Telenova 2 e Chiesadimilano.it). Come a Milano, in questi giorni si tengono celebrazioni di Cl in tutto il mondo (l’elenco è su www.clonline.org).
Don Giussani – nato il 15 ottobre 1922 a Desio (Mb) – riposa in una Cappella posta in fondo al viale centrale del Cimitero Monumentale, anche per agevolare le numerose persone che ogni giorno si ritrovano a pregare e celebrare la Messa davanti alla sua tomba. Il suo funerale in Duomo fu presieduto dall’allora Arcivescovo cardinale Dionigi Tettamanzi, e concelebrato dal cardinale Joseph Ratzinger (inviato personale di Giovanni Paolo II, che pronunciò l’omelia e che a distanza di poche settimane sarebbe diventato Papa), dal cardinale Scola (allora Patriarca di Venezia), da don Julián Carrón (successore di Giussani alla guida di Comunione e Liberazione), da numerosi vescovi e da molti altri sacerdoti.
Sabato 7 marzo, inoltre, papa Francesco riceverà in udienza il Movimento per fare memoria di don Giussani e della nascita di Cl. Per l’occasione don Carrón ha scritto una lettera nella quale, tra l’altro, sottolinea: «Come non trascorrere questo decimo anniversario della sua morte traboccanti di gratitudine verso di lui, per averci introdotto a una pienezza del vivere che senza di lui non ci saremmo neanche sognati! Che la sequela al carisma che ci ha affascinato possa diventare in noi sempre più fedele passa attraverso la nostra sequela al Papa e ai Vescovi uniti a lui (…) per poter continuare a vivere sempre di più il carisma che ci ha afferrati, affinché si possa compiere lo scopo per cui lo Spirito lo ha suscitato in don Giussani: rendere presente in ogni periferia (…) il fascino di Cristo, la Sua attrattiva unica, attraverso la materialità della nostra esistenza».