Il Conclave inizierà martedì 12 marzo. A deciderlo, questo pomeriggio, è stato il Collegio cardinalizio. La notizia è stata data da un comunicato della sala stampa della Santa Sede. Quello che eleggerà il nuovo Papa sarà il 75° Conclave nella storia della Chiesa. Per la venticinquesima volta, i cardinali elettori si riuniranno nella Cappella Sistina, attorniati dai capolavori michelangioleschi evocati anche nel Trittico Romano, il poema scritto nel 2003 da Karol Wojtyla e al centro del quale c’era proprio la “visione” del Conclave.
È stato proprio Giovanni Paolo II, nella Costituzione apostolica Universi Dominici gregis, a disporre che l’elezione del nuovo Papa continui a svolgersi nella Sistina, «ove tutto concorre ad alimentare la consapevolezza della presenza di Dio, al cui cospetto ciascuno dovrà essere giudicato». Le regole per l’elezione del Papa sono contenute nella Costituzione emanata da Giovanni Paolo II nel 1996 e integrata dalle modifiche apportate da Benedetto XVI nel Motu Proprio Normas nonnullas del 22 febbraio scorso. Per l’elezione canonicamente valida del Papa, che si svolgerà a scrutinio segreto, è necessaria la maggioranza qualificata degli elettori presenti e votanti. In caso di ballottaggio tra i due candidati più votati, servirà ancora una volta la maggioranza qualificata dei due terzi dei suffragi: i due candidati in ballottaggio, però, non potranno partecipare al voto.
Martedì prossimo, il Conclave inizierà con la Messa Pro Eligendo Romano Pontifice, nella basilica di San Pietro – aperta a tutto il “popolo di Dio” – cui seguirà la processione solenne dei 115 cardinali elettori dalla Cappella Paolina alla Cappella Sistina, passando attraverso la Sala Regia: in abito corale e secondo l’ordine di precedenza, i cardinali elettori intoneranno il canto del Veni creator Spiritus.
Una volta giunti nella Cappella Sistina, dopo la lettura ad alta voce da parte del cardinale Giovanni Battista Re, il primo per ordine di anzianità, i 115 cardinali elettori pronunceranno il giuramento formulato al n. 51 della Universi Dominici Gregis. Dopo che l’ultimo cardinale avrà prestato giuramento, sarà intimato dal Maestro delle Celebrazioni Liturgiche, monsignor Guido Marini, l’«extra omnes», e gli estranei al Collegio dovranno lasciare la Sistina. Tutti tranne monsignor Marini e il cardinale Prosper Grech, che pronuncerà la seconda delle due meditazioni previste dalla Costituzione, circa «il gravissimo compito loro incombente e sulla necessità di agire con retto intendimento per il bene della Chiesa universale». Si tratta di una delle due meditazioni previste dalla Costituzione apostolica di Giovanni Paolo II: a tenere l’altra, prima dell’inizio delle Congregazioni generali del Collegio cardinalizio, è stato il predicatore della Casa Pontificia, padre Raniero Cantalamessa.
Oggi le immagini del Centro televisivo vaticano hanno presentato ai giornalisti l’appartamento più grande di Casa Santa Marta, dove il neo Pontefice andrà ad abitare in attesa che gli appartamenti papali vengano ripristinati con i lavori necessari, dopo la riapertura dei sigilli. Il Ctv ha mostrato le immagini dell’atrio, della cappella di Santa Marta, per poi passare agli alloggi dei cardinali e all’alloggio destinato al nuovo successore di Pietro, «più ampio» rispetto alle altre stanze semplicemente «per consentire al nuovo Pontefice di svolgere le sue attività e di ricevere persone», ha detto padre Lombardi.