Quale sarà il cammino delle comunità cristiane in preparazione al VII Incontro mondiale delle famiglie? È quanto indicato dalla nuova Agenda pastorale. Per presentare gli eventi principali, ne parliamo con monsignor Eros Monti, vicario per la Vita sociale.
Quest’anno la Diocesi si preparerà a Family 2012. Quali sono le attenzioni principali?
È importante anzitutto che si colga una delle principali singolarità di questo Incontro mondiale delle famiglie: la sua universalità. Milano 2012 vuole essere universale anzitutto in senso ecclesiale, dal momento che sia la presenza del Santo Padre tra noi, segno visibile dell’unità della Chiesa e del vincolo di comunione che unisce tra loro tutte le Chiese particolari, sia il cammino di fede proposto attraverso le 10 catechesi tematiche su “La famiglia: il lavoro e la festa”, tradotte in diverse lingue, rappresenterà la possibilità di poter condividere da parte di molti, anche di chi non potrà recarsi fisicamente a Milano, un percorso di riflessione e di approfondimento comune. Ma, insieme, vi è un’universalità da cogliere in senso umano, sociale. “Amare” (quindi relazionarsi per il bene dell’altro di cui la famiglia è emblema), “lavorare” (quindi cooperare alla edificazione di un mondo migliore e più abitabile), e “riposare” (ovvero non soltanto provvedere al recupero delle energie perdute nella ferialità, ma vivere la festa come occasione di “santificazione e umanizzazione del tempo”, quindi nel segno della gratuità, a vantaggio di modalità relazionali rinnovate) sono realtà comuni alla vicenda di ogni persona e di ogni popolo. Realtà vissute secondo modalità anche molto differenti nelle varie parti del mondo, secondo le più diverse culture e tradizioni, ma che proprio per questo necessitano di essere poste approfonditamente in dialogo tra loro, perché insieme – si tratta di un incontro tra famiglie, non di un qualsiasi radunarsi – ci si confronti, si cresca, ci si apra alla presenza altrui che ha sempre qualcosa da consegnarci, da comunicarci. A condizione di saperci mettere in ascolto davvero. Di tutti, a partire da quanti condividono con noi casa, quartiere, lavoro, ma spesso, per superficialità o distrazione, ignoriamo, senza cogliere che proprio nella quotidianità sono nascosti i segreti e i doni più belli e arricchenti del vivere. È un’occasione, in fondo, per accorgerci di quanto abbiamo già tutti, ogni giorno, a portata di mano, ma che chissà perché così facilmente trascuriamo.
È stata predisposta un’Agenda pastorale: quali sono gli impegni più significativi per le comunità cristiane?
Non parlerei tanto di impegni, quanto di linee operative, cioè di tracce a partire sulle quali camminare insieme quest’anno. Come è noto, su un’agenda non si scrive tutto: si annotano soltanto gli appuntamenti essenziali, da non perdere. Anche l’Agenda pastorale di quest’anno vorrebbe ricalcare questo stile. Essa, preceduta da una Lettera dell’Arcivescovo, che ci richiama ai significati fondamentali dell’evento, si limita ad indicare, oltre alle attenzioni e agli stili richiesti dal prepararsi a questo Incontro, sei linee di fondo. In concreto, si tratta anzitutto della proposta delle 10 catechesi, guidata dal testo e dai sussidi che saranno via via predisposti, riferimento per tutti i percorsi formativi di quest’anno (catechesi per gli adulti, ecc.) e per tutti i soggetti ecclesiali (gruppi familiari, parrocchie, associazioni e movimenti). Poi, l’accoglienza alle famiglie che parteciperanno all’Incontro, nella forma dell’ospitalità ma anche della disponibilità all’ascolto, alla conoscenza reciproca. La consueta visita alle famiglie quest’anno assumerà il tratto dell’invito a tutte le famiglie a prendere parte attiva all’evento. Anche le “Quattro Giornate” poste tra la fine di gennaio e gli inizi di febbraio 2012 (la Festa della famiglia, la Giornata per la vita, la Giornata mondiale del malato, la Giornata diocesana della solidarietà) saranno unificate dal riferimento all’accoglienza. Infine, due proposte riguarderanno specificamente la relazione tra la famiglia e gli ambiti sociali. L’incontro con il mondo del lavoro, grazie ad alcune iniziative coordinate dal Servizio per la pastorale sociale e il lavoro: il Convegno diocesano sul tema “Giovani e lavoro” del 18 febbraio 2012, l’incontro con sindacati e imprenditori sul rapporto “Famiglia e lavoro” del 17 marzo 2012 e la “Veglia di preghiera per il mondo del lavoro” del 26 aprile prossimo, oltre alla proposta di un Open day aziendale. Per il 15 aprile, invece, si propone la celebrazione di una festa cittadina delle famiglie, con il coinvolgimento di tutte le realtà (associative, ecc.) disponibili presenti sul territorio del proprio quartiere o della propria città.
Tra le iniziative proposte, qual è la più innovativa?
Penso alle ultime due: la proposta di un incontro diretto con il mondo del lavoro, nella forma di un Open day aziendale, che può coinvolgere ad esempio le aziende dove i genitori lavorano, permettendo ai figli di entrare a contatto con un mondo di cui di solito sentono solamente parlare, o far conoscere imprese appartenenti al cosiddetto “terzo settore” o non profit. Anche la festa cittadina, se davvero preparata per tempo e celebrata in modo coinvolgente può non soltanto lasciare un buon ricordo di sé al termine, ma tramutarsi in appuntamento annuale gradito e atteso.