«Papà, il prossimo anno religione te la scordi…»
Come è andata oggi a scuola? A questa domanda di routine del suo monotono papà, per una volta, Viviana non ha risposto con il solito mugugno. Ed è sbottata. «Non è giusto. Mi avete iscritto all’ora di religione, così io sgobbo e gli altri no…».
Scusa, ma chi sono gli altri? «Quelli di alternativa…». E allora? «Noi per religione abbiamo comprato il libro, invece loro no; a noi tocca studiare una materia in più, a loro no; noi facciamo le verifiche e loro no; a noi in pagella danno il giudizio che dobbiamo cercare di meritare e loro se la cavano con un voto che vale come quello in condotta. E non è finita: durante l’ora, mentre per noi è lezione, loro si portano avanti con i compiti del giorno dopo… Ma ti sembra giusto?».
Lo sfogo di Viviana ha spinto all’angolo il papà come un pugile suonato. Come se non bastasse, arriva poi anche il colpo del ko: «Non sono fessa. Religione, il prossimo anno, te la scordi…». Quel papà, messo al tappeto, si è ora ripreso dallo shock e ha preso carta e penna per riportarvi ciò che è successo, considerata la vostra sensibilità su questi temi.
Non si attendono risposte, ma si vuole soltanto dare voce, nel dibattito in corso sull’Irc, anche a una ragazzina di prima media che, nella sua semplicità, pensa all’ora di religione come a una scelta subìta. Purtroppo.
Lettera firmata