A ogni uomo è dato di poter orientare la propria esistenza (simboleggiata dalla canoa): tale impresa è possibile con un impegno che richiede forza morale interiore.
Lo scoutismo può essere inteso come visione del mondo e dei rapporti tra gli uomini. Il modo di affrontare le situazioni: la vita, la storia, il creato, le persone sono contrassegnate da un senso di fiducia, da una apertura a tutto e tutti; questa visione positiva non può servire a nascondere i comportamenti negativi, ma anzi serve per poter nominare con rigore e tranquillità il negativo perché esso possa essere identificato è affrontato.
Nell’esperienza scout entrano in gioco diversi registri linguistici, ma proprio in quello simbolico si esprime un significato e un orientamento unitario; anche le immagini della strada e dell’avventura sono metafore di una ricerca non fine a se stessa ma che trova un approdo e una meta: riscoprire la vocazione personale e quel tratto particolare di vocazione che attiene all’essere capo educatore.
La relazione con Dio: la questione religiosa è irrinunciabile per la formazione di una persona, per uno scout che sperimenta la fraternità della vita all’aria aperta e del servizio. Nel moltiplicarsi delle iniziative religiose e mentre il retroterra culturale cristiano della sociètà è sempre meno evidente occorre star fermi su due punti: la centralità del Vangelo e la convinzione che tutti possono riconoscere il poco o tanto che Dio ha operato nella sua vita. Alla luce del Vangelo l’associazione dovrebbe confrontarsi con le situazioni eticamente problematiche per giungere a una più autentica comprensione e porre attenzione particolare alle situazioni familiari difficili, in un’ottica di collaborazione reciproca.
Infine la persona nello scautismo è vista con due immagini: il 5% di buono e la guida della canoa. La prima ci dice che in ogni persona vi è un’intangibile riserva di bontà, ma anche che una grandissima parte di sé è affidato alla propria tutela; la seconda che a ogni uomo è dato di poter orientare la propria esistenza e che tale impresa è possibile con un impegno che richiede forza morale interiore; non sarà una navigazione semplice fra gli ostacoli interni (pigrizia) ed esterni (propri di ogni epoca e società).