Mancano meno di due settimane all’inizio della Giornata mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro, e i giovani brasiliani si stanno preparando a ricevere coetanei da tutto il mondo con l’atteggiamento di questo meraviglioso popolo: allegria e accoglienza affettuosa e amichevole.
A Nova Iguaçu, città alla periferia della meravigliosa e violenta Rio, i nostri ragazzi della parrocchia di San Michele Arcangelo si stanno preparando con incontri di formazione e di organizzazione per offrire un ambiente confortevole, ma soprattutto allegro. Ci tengono ad accogliere bene per fare in modo che tutti si sentano a loro agio e formare davvero una grande famiglia. Ma d’altra parte occorre fare i conti con case modeste e con le ristrettezze economiche di cui molti di loro soffrono. La parrocchia si sta mobilitando per sostenere le famiglie più povere che desiderano comunque aprire la loro porta a questi giovani, aiutando a far capire che l’importante è desiderare di sentirsi fratelli. I ragazzi mostrano una grande voglia di conoscere e di confrontarsi con altri mondi e altre culture, per scoprire la bellezza e la gioia di avere un Padre in comune: anche se si parlano lingue diverse, siamo tutti figli di uno stesso Papà!
In questo periodo di preparazione mi rendo conto di quale grande tesoro potrà essere questo evento per ragazzi e famiglie che hanno perso la speranza, che non hanno modelli o esempi da imitare, che non si sentono protagonista di nulla…
Vivo in Brasile da 18 anni. Lavoro come volontaria in un’istituzione che si chiama Espaço Progredir. Affronto situazioni di abbandono e di violenza che riguardano bambini e ragazzi della periferia di Rio de Janeiro: il più delle volte questa sofferenza nasce dentro la famiglia. In questi 18 anni mi sono resa conto in modo drammatico di quanto sia importante la famiglia, intesa come nucleo di affetto, di sicurezza, di ispirazione, di quanto sia delicata la fase dell’adolescenza e della gioventù e di quanto sia fondamentale la presenza di Dio per una vita più felice.
I ragazzi con i quali lavoro hanno iniziato presto a fare uso di droghe e sono quasi tutti coinvolti nel narcotraffico. Se si guardasse solo a quanto hanno commesso e alle scelte che hanno fatto, li si giudicherebbe delinquenti irrecuperabili, cattivi soggetti. Ma quando li ricevo per il primo colloquio non avverto timore, non riesco a vedere nei loro occhi tutta questa “malvagità”: vedo solo ragazzi confusi e soprattutto tristi, senza direzione e senza modelli, senza sogni.
Molti di loro non hanno il papà; alcuni hanno un patrigno che, come nelle favole che si rispettino, non li vuole a casa, perché vuole solo la loro madre e non loro. Molti iniziano a conoscere la droga da piccoli, dentro casa, perché le persone che dovrebbero essere “responsabili” bevono fino a ubriacarsi e diventano violente con quanti dovrebbero invece proteggere. Molti hanno amici narcotrafficanti e i loro modelli sono i grandi malviventi, rispettati e temuti da tutti, perché hanno soldi e potere: “avere” è più importante di “essere” ed essere “furbi” è più importante di essere “buoni”.
Questo è ciò che la vita ha insegnato loro, e purtroppo porta molti di loro a morire a 14, 15 anni senza avere vissuto interamente, per avere scelto un esempio che inganna, che illude, che non educa alla felicità, quella vera. Tutti noi abbiamo bisogno di amare ed essere amati, lo impariamo fin da piccoli: se questo ci viene a mancare, rimaniamo con un vuoto interiore che difficilmente si riesce a riempire nuovamente.
Ogni giorno in Espaço Progredir cerchiamo di aiutare questi ragazzi e le loro famiglie a scoprire un nuovo modo di vivere, a cambiare i valori di base, a essere persone felici senza dover ricorrere a droghe o violenza. Offriamo esperienze nuove, di sport, di cultura, di dialogo, ma anche di spiritualità vissuta in modo ecumenico e di solidarietà. Aiutare gli altri aiuta a essere più felici. Rallegrare i bambini ricoverati nell’ospedale pediatrico, far sorridere un anziano solo, li aiuta a scoprire il loro valore e che essere solidali è bello!
La Giornata della Gioventù sarà un tesoro perché potrà risvegliare valori, speranze, ideali. Vedere tanti giovani felici perché hanno Gesù nel cuore, percepire che possono essere protagonisti della loro vita, ma che questa vita acquista più valore se vissuta in comunione con altri, aiuterà questi ragazzi – che spesso vivono ai margini della società – a riflettere sui propri valori e sui propri modelli. E a desiderare di incontrare (o iniziare a cercare) questo Dio meraviglioso, che è Amore e Perdono e che desidera tanto dividere con ciascuno di noi ogni momento della nostra vita.