Si sono svolti oggi nella natale Inveruno i funerali di mons. Luigi Belloli, vescovo emerito di Anagni-Alatri e canonico onorario della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, spentosi sabato 5 novembre, all’età di 88 anni. La celebrazione eucaristica di suffragio è stata presieduta dal cardinale arcivescovo Angelo Scola, con il quale ha concelebrato anche il cardinale Dionigi Tettamanzi, successore di mons. Belloli come rettore del Pontificio Seminario Lombardo di Roma.
Nella sua omelia il cardinal Scola ha ricordato l’arcivescovo Luigi come «uomo di Dio, mite e saggio», dedito alla Chiesa attraverso «una costante opera educativa animata da un forte senso cristiano della vita e da una appassionata e continua proposta della libertà ai tanti sacerdoti, giovani, uomini e donne che gli sono statti affidati».
Nel commentare le letture, Scola ha insistito sul significato delle parole con cui Gesù ha istituito il sacramento dell’Eucarestia: «Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue versato per voi, fate questo in memoria di me. Ecco il cuore del ministero sacerdotale, che ha caratterizzato tutta la vita del vescovo Luigi e che è il fondamento della nostra fede. Senza il gesto dell’Eucaristia, la fede in Gesù sarebbe per noi solo una passione vuota, l’espressione di un sentimento vago».
«Per questo – ha esortato l’Arcivescovo – dobbiamo tornare tutti all’Eucarestia, illuminata dalla parola di Dio, fedelmente e regolarmente. Perché il nostro partecipare alla messa non si riduca a qualcosa che resti separato dalla nostra vita di tutti i giorni, senza determinare il modo in cui ci relazioniamo agli altri, con cui affrontiamo il lavoro e le problematiche ad esso connesse, soprattutto in questi tempi di crisi».
Il tema dell’Eucarestia ha, secondo Scola, condizionato fortemente la figura del vescovo Belloli: «Perché in un giorno feriale tutta Inveruno si è mossa per essere qui? Perché molti sono giunti da Anagni-Alatri per rendere omaggio al nostro carissimo vescovo defunto? Perché hanno visto brillare in lui l’Eucarestia, che ha dato forma a tutta la sua esistenza umana».
Nel corso della celebrazione anche l’arcivescovo emerito Dionigi Tettamanzi ha ricordato il defunto come un pastore animato da una «passione educativa, vissuta nel collegio Borromeo di Pavia e poi presso il Seminario Lombardo a Roma». Una passione in cui è possibile cogliere due costanti: l’apertura di fronte ai molteplici cambiamenti della vita storica e della comunità cristiana e la grande fiducia nei giovani, unita a una forte sollecitazione alla loro libertà responsabile.
«In sintesi – ha concluso Tettamanzi – Belloli è stato un generoso pastore d’anime, soprattutto come vescovo di Anagni. Ha amato e si è fatto amare dalla Chiesa a cui era stato mandato, rafforzandone la comunione ecclesiale e il dinamismo pastorale. E anche qui a Inveruno ha vissuto il suo servizio episcopale nella forma più ordinaria e umile, garantendo la sua presenza in tante parrocchie come un parroco qualsiasi. Ma è proprio nell’umiltà che sta la vera grandezza del pastore d’anime».
Alla celebrazione erano presenti, tra gli altri: mons. Giovanni Giudici, vescovo di Pavia, dove Belloli aveva diretto il collegio Borromeo; i vescovi ausiliari diocesani mons. Erminio De Scalzi e mons. Luigi Stucchi; mons. Lorenzo Loppa, vescovo di Anagni-Alatri e secondo successore del defunto; mons. Domenico Pompili, suo segretario ad Anagni, oggi sottosegretario alla Cei e direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali, e mons. Claudio Baggini e mons. Luigi Bettazzi.