Proseguire la riflessione sul fenomeno migratorio: questa la sollecitazione scaturita dalla riunione, svoltasi in settimana a Milano, del Comitato scientifico dei «Dialoghi di vita buona». Alla presenza del cardinale Angelo Scola si sono riuniti monsignor Luca Bressan, monsignor Bruno Marinoni, monsignor Paolo Martinelli, monsignor Pierangelo Sequeri, don Davide Milani, Aldo Bonomi, Massimo Cacciari, Susanna Mantovani, Rav. Alfonso Arbib, Davide Rampello, Andrea Barbato, Piero Bassetti, Giuseppe Testa, Mahmoud Asfa, Franco Anelli, Francesco Botturi, Gianfelice Rocca, Gad Lerner e Severino Salvemini.
Dopo un’analisi delle prime due serate, lo sguardo si è rivolto al terzo appuntamento, in programma il 23 maggio, col quale si chiuderà il ciclo di incontri di quest’anno dedicato al tema dei «Confini». E a fronte della cronaca delle ultime settimane – gli attentati di Bruxelles, la chiusura della rotta balcanica, l’accordo tra Turchia e Unione Europea sui migranti, l’impossibilità di arrivare in Europa dalla Grecia o dalla Spagna, ecc – si è convenuto di mantenere l’attenzione sul tema della migrazioni. A dar retta ad alcuni allarmi, Milano non avrebbe le forze per reggere il nuovo “urto”: le istituzioni, il volontariato, il terzo settore sono già molto impegnati e stanno affrontando emergenze senza precedenti. Lo scenario è complesso e le difficoltà non mancano, anche se Milano ha sempre saputo attivare risorse di ogni tipo e a tutti i livelli per superare le varie emergenze.
Si è discusso anche del Rapporto Giovani curato dall’Istituto Toniolo, in base al quale il 68,8% dei 18-32enni italiani giudica eccessiva la presenza di immigrati nel nostro Paese (in Francia, Spagna, Germania e Regno Unito la pensa così il 55,4%). Un dato che fa riflettere, perché proveniente da una generazione tradizionalmente aperta all’incontro e l’accoglienza. Da cosa nascono questi timori? Cosa chiedono i giovani su questo tema? Quale analisi si può promuovere sulle cosiddette «buone pratiche» di accoglienza?
Per dare le necessarie risposte a questi interrogativi i «Dialoghi» mirano a insistere sulle modalità per affrontare il fenomeno migratorio, fornendo chiavi di interpretazione consistenti attraverso gli interventi di esperti di geopolitica e di economia, nonché di rappresentanti del terzo settore, in modo da rendere protagonisti anche quanti governano questi problemi.