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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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Bruxelles

Universitari “a scuola” di Europa

Una ventina di studenti ha partecipato al viaggio di studio nella capitale dell’Ue, organizzato dall’apposito Ufficio Caritas al termine del ciclo formativo “L’Europa per i giovani”

di Martino INCARBONE

31 Gennaio 2012

«Mi sento europeista e spero negli United States of Europe come strumento per risolvere molti problemi italiani che da soli non sappiamo risolvere. Ho pensato che vedere fisicamente la sede delle istituzioni potesse rendere più concreta in me l’idea dell’Unione europea che studio e di cui leggo molto, ma che vedo molto poco», racconta Maria Giulia Milone, studentessa di giurisprudenza.

Per Chiara Colicchia, anche lei studentessa della medesima facoltà, invece, «il momento più coinvolgente è stata la visita al Parlamento Europeo e in particolare all’aula di discussione parlamentare. Avevo già visitato Montecitorio ed è quindi stato ancor più interessante riflettere come attraverso le elezioni scegliamo democraticamente i nostri rappresentanti tanto a livello nazionale quanto a livello europeo».

Queste le impressioni di due tra i partecipanti al viaggio organizzato dall’Ufficio Europa di Caritas Ambrosiana: il viaggio di tre giorni a Bruxelles, svoltosi dal 10 al 12 gennaio, ha portato una ventina di studenti universitari a visitare direttamente il cuore pulsante delle istituzioni che fanno vivere la più atipica e innovativa forma di cooperazione tra Stati sovrani che la storia conosca, l’Unione Europea appunto.

Il viaggio è stato organizzato al termine di un ciclo di tre incontri formativi sul tema “L’Europa per i giovani”, in collaborazione con Fuci, Pastorale Giovanile, Azione Cattolica e Diocesi di Milano. Gli incontri formativi hanno approfondito la storia dell’Unione Europea, dalla nascita fino a oggi, e l’operato delle sue istituzioni. I partecipanti sono stati anche sensibilizzati su tutte le possibilità di scambio all’estero che l’Unione Europea prevede per i giovani. Oltre al progetto Erasmus, molto noto al grande pubblico e specificamente diretto agli studenti universitari, esiste anche il progetto Leonardo, che prevede scambi di lavoro per brevi periodi: entrambi progetti rientrano nel Lifelong Learning Programme, così come Comenius per le scuole superiori e Grundtvig sull’educazione degli adulti. I giovani sono stati poi stimolati a partecipare attivamente allo sviluppo di una idea che potrebbe essere utilizzata per la partecipazione a un bando europeo. Questo è stato l’oggetto dell’ultimo dei tre incontri formativi e verrà portato avanti nel corso dei prossimi mesi dal gruppo che si è creato.

Una mattina al Parlamento

Durante la permanenza nella capitale europea, i ragazzi hanno visitato la sede della Commissione assistendo a una lezione sui rapporti tra le diverse istituzioni. Il cuore della tre giorni è stato però la mattinata al Parlamento europeo, ospiti del deputato italiano Antonio Panzeri e del suo staff: oltre a visitare l’emiciclo e a scoprire il funzionamento della complessa macchina delle traduzioni in tutte le lingue ufficiali dell’Unione, c’è stata l’occasione di confrontarsi direttamente con una delle persone che ci rappresentano in Europa. Ultima tappa il Parlamentarium, un museo didattico appena inaugurato che guida il visitatore a ripercorrere la storia dell’Europa e a comprenderne il funzionamento. Non sono mancati momenti culturali come la visita al museo di Magritte, e di svago, come la serata al Delyrium Cafè che nella sua cantina ospita più di 2000 marche diverse di birra.

«Quello che mi ha spinto a partecipare a questo percorso, oltre ad aver vissuto alcune esperienze con alcuni degli enti che l’hanno promosso (come la Caritas) – spiega Giovanni Castiglioni, giovane dottorando in sociologia -, è stato il desiderio di poter approfondire cosa sia e cosa rappresenti l’Europa, come sia nata e quali sono le sue prospettive. Infatti penso che sia difficile oggi per gli abitanti dei Paesi europei avere la diretta percezione di “cittadinanza europea”. Non siamo uniti non solo da una moneta, ma da una storia e una cultura che ci accomuna».

Al viaggio erano presenti anche Caterina Versari e Basilio Pugliese, della segreteria organizzativa di “Date a Cesare”, la scuola diocesana di politica. «Quello a Bruxelles – spiega Caterina, che grazie alla sua ottima conoscenza del francese spesso faceva da interprete al gruppo – è stato un viaggio alla scoperta di una città di cui tanto avevo sentito parlare, ma di cui in concreto nulla sapevo. Sono stata “catapultata” in un mondo democraticamente internazionale, in cui apparentemente sembra che tutto si viva nel dialogo. Dico sembra perché non abbiamo assistito davvero al lavoro parlamentare. L’Europa comunque mi sembra un soffice cuscinetto troppo fragile davanti a nazioni aggressive come Stati Uniti, Russia e Cina che per perseguire i loro interessi non guardano in faccia a nessuno. Ma forse è proprio per questo motivo sono però orgogliosa di essere cittadina europea». E sembra proprio che alla cittadinanza europea ci creda davvero, tanto che durante il viaggio è stata anche in università a Bruxelles per informarsi su come iscriversi alla laurea specialistica direttamente in Belgio.

Basilio, invece, si è avvicinato alle istituzioni europee proprio grazie a un viaggio simile, sempre organizzato da Caritas Ambrosiana: «Da allora mi sono innamorato dell’Europa, ho cercato di approfondire la mia conoscenza sulla sua storia, sulle sue funzioni e sui suoi organismi, partecipando alle iniziative e ai progetti dell’Ufficio Europa di Caritas Ambrosiana. Questo mi ha consentito di maturare una consapevolezza maggiore e un più profondo senso di appartenenza a una cittadinanza dai confini più estesi rispetto al mio Paese».

Francesca Sbona, tra le più giovani del gruppo, studia Scienze politiche e ha tra i suoi progetti quello di diventare interprete: «Si vedrà in futuro se lo diventerò… Per adesso parteciperò alla stesura del programma europeo che abbiamo iniziato al corso». Appuntamento per tutto il gruppo allora sabato 13 febbraio, quando sotto la guida dell’Ufficio Europa di Caritas si inizierà a sporcarsi le mani con l’Europa cercando di scrivere tutti insieme un progetto. Buon lavoro!