«È una storia di umanità» quella che “La Nostra Famiglia” ha scritto in 70 anni di attività. A dirlo è Francesco Ognibene, caporedattore di “Avvenire”, che questa mattina ha moderato un convegno a Milano per festeggiare l’anniversario dell’opera fondata da don Luigi Monza. Tutto è iniziato il 28 maggio 1946 quando il prete ambrosiano ha accolto nella casa di Vedano Olona (Va) i primi due bambini. E ora «il sogno di don Luigi si rinnova ogni mattina» nelle 29 sedi aperte in sei regioni italiane che accolgono bambini colpiti da diverse forme di disabilità e malattia, come la distrofia, l’autismo, l’epilessia infantile. Un filmato, realizzato per l’occasione, ha mostrato ai presenti l’eccellenza di cura e ricerca della sede di Bosisio Parini con tutte le sue attività e servizi alla persona.
I numeri
Nel 2015 l’associazione, guidata oggi dalla presidente Luisa Minoli, ha assistito 35 mila pazienti, tra bambini e giovani, grazie al lavoro di 2442 operatori e ben 330 volontari impegnati a vario titolo. Dei 35 mila assistiti, 26.720 necessitavano di trattamenti riabilitativi e 8.276 hanno affrontato visite specialistiche. Intanto continua il lavoro di ricerca scientifica d’avanguardia con 95 progetti attivi.
Per Minoli quella della Nostra Famiglia è «una storia di incontri», a cominciare da don Luigi Monza e dalla sua intuizione da cui è nata la grande opera al servizio dei piccoli disabili. La presidente ha poi ricordato tanti altri incontri che hanno segnato la vita dell’associazione, professionisti e persone di grandi capacità come Giuseppe Vercelli del “Besta”; il professor Eugenio Medea (cui oggi è intitolato l’Istituto scientifico di ricerca e cura); il professor Moretti, che ha lavorato soprattutto con i pluridisabili gravi e che ha insegnato «a valutare ogni bambino per quello che è» e «a lavorare in équipe». Non ci sono solo gli incontri del passato a segnare la storia dell’associazione, ma anche quelli «quotidiani», ha chiarito Minoli, «con i bambini e i ragazzi accolti nei nostri centri e le famiglie con cui condividiamo un tratto di vita». E ha assicurato che tutto il personale lavora con «competenza, professionalità e passione».
La testimonianza
A confermarlo sono stati i genitori di Sofia e Vittoria, due bambine nate premature in condizioni gravi e complesse, che non solo hanno visto accogliere e curare le loro figlie, «ma siamo stati presi incarico anche noi». «La Nostra Famiglia», ha detto il padre, «ci ha aiutato a crescere come genitori e di bambini con disabilità». C’è molta riconoscenza nelle loro parole, oggi le figlie hanno 8 anni e da sei sono seguite dal Centro, ma ogni degenza delle bambine è vissuta come «una vacanza», per il contesto di serenità in cui sono e accolte e curate, e per le amicizie che si creano durante i giorni di ricovero. Sofia e Vittoria sono un esempio concreto dello stile con cui si lavora ancora oggi nei centri della Nostra Famiglia.
Il Bilancio di missione
È toccato a Marco Grumo, direttore della Divisione enti non profit di Altis (Università Cattolica) presentare il primo Bilancio di missione 2015 redatto in occasione del 70° anniversario. «La Nostra Famiglia», assicura, «è un grande esempio di organizzazione non profit» in cui l’85% del personale opera direttamente nella cura. Il 21% dei bambini che frequentano il Centro vengono da fuori regione e tutti i dipendenti sono assunti con contratti a tempo indeterminato. Un Bilancio ricco di numeri e di azioni virtuose da leggere nelle sue quattro parti: identità, relazione sociale, risorse economiche e comunicazione/raccolta fondi. Nelle oltre 80 pagine si scopre il ruolo sociale della Nostra Famiglia, le strategie, gli sforzi, le attività, i risultati ottenuti, l’uso delle risorse economiche e i progetti futuri. E nonostante i finanziamenti pubblici si riducano di anno in anno l’associazione continua a garantire gli stessi servizi e anche di più, investendo e mettendoci del proprio. La missione voluta dal fondatore quindi non viene meno nell’offerta e neppure nello stile che lo contraddistingue.
Il tour nazionale
Partirà dal Teatro Sociale di Como il tour “Incontrarti” di danza, musica, pittura ed emozioni, che vedrà coinvolti Simona Atzori, artista, ballerina e pittrice, insieme alle danzatrici Mariacristina Paolini e Beatrice Mazzola, ma anche con Matteo Fedeli, violinista “l’uomo degli Stradivari”, e Andrea Carcano al pianoforte. I protagonisti, che si sono esibiti in una breve performance nella sede del convegno a Milano, hanno strappato lunghi applausi al pubblico in sala. Il tour artistico prevede tappe in diverse città italiane: al Teatro Sociale di Como (6 novembre), Teatro Augusteo di Salerno (4 dicembre), Teatro dell’Accademia di Conegliano-Treviso (18 marzo), Teatro ai Colli di Padova (25 marzo), Udine (6 aprile), Teatro Pasolini di Casarsa della Delizia-Pordenone (7 aprile), Teatro Litta di Milano (4 maggio), Teatro Giuditta Pasta di Saronno-Varese (12 maggio), Teatro Cenacolo Francescano di Lecco (19 maggio) e a Brindisi (data e luogo da definire). Info: info@lanostrafamiglia.it, www.lanostrafamiglia.it.