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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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Comunicato

Un articolo coinvolge il cardinale Scola
con «grave approssimazione e carattere fortemente offensivo delle insinuazioni»

Al fine di consentire un giudizio rispettoso della verità, pubblichiamo le risposte del portavoce dell’Arcivescovo a un settimanale oggi in edicola: «Il Cardinale si riserva di tutelare la propria reputazione nelle sedi più opportune»

di don Davide MILANI Portavoce del cardinale Angelo Scola

29 Gennaio 2016

Circa un articolo apparso oggi su un settimanale a proposito del cardinale Angelo Scola, al fine di consentire un giudizio rispettoso della verità, si rende noto che:

– la Veneranda Fabbrica del Duomo è ente autonomo dalla Diocesi di Milano, la cui gestione compete al Consiglio di Amministrazione, sotto la vigilanza del Ministero dell’Interno;

– l’Arcivescovo di Milano nella Veneranda Fabbrica del Duomo nomina due componenti del Consiglio di Amministrazione, e se richiesto, offre un parere sugli altri cinque membri nominati dal Ministero dell’Interno;

– la Fondazione Don Gnocchi è una persona giuridica privata, con la qualifica di Onlus, la cui gestione compete al Consiglio di Amministrazione, sotto la vigilanza del Ministero dell’Interno e del Ministero del Lavoro;

– il ruolo dell’Arcivescovo di Milano nella Fondazione Don Gnocchi è circoscritto alla nomina di due componenti del Consiglio di Amministrazione su sette;

– come è stato già chiarito in dettaglio nel comunicato del 16 giugno 2014, i fondi pubblici erogati per la realizzazione di opere nella diocesi di Venezia durante gli anni del ministero episcopale del cardinale Scola sono stati erogati in conformità alla legge e analiticamente rendicontati.

In particolare si precisa che il «palazzo» citato nell’articolo, indicato come «la dimora» del cardinale Scola, il Patriarchio, è stato a suo tempo ristrutturato per ospitare, oltre al Patriarca, una decina di sacerdoti del Capitolo di San Marco, gli Uffici della Curia e quelli della Procuratoria della Basilica di San Marco.

Per la grave approssimazione nella presentazione dei fatti e il carattere fortemente offensivo delle insinuazioni contenute nell’articolo, il cardinale Scola si riserva di tutelare la propria reputazione nelle sedi più opportune.