La Chiesadi san Vittore di Meda è ritenuta la Cappella Sistina della Brianza.La Chiesa, il chiosco dell’antico monastero, il palazzo Antona Traversi e il complesso architettonico nel suo insieme rendono il luogo unico nel suo genere. Il suo interno è arricchito dalla pala del Cerano, gli affreschi del Campi e nientedimeno che del Luini.
La presenza del monastero, fondato in un’epoca a noi ignota, è accertata da una pergamena dell’851 ed in una successiva dell’856. Tanta storia non è andata perduta perché si sono conservate le pergamene (in buona parte di carattere amministrativo) del cenobio benedettino femminile costituendo un fondo di ben 3600 “carte”, al quale vanno aggiunti altri fondi della nobile famiglia Antona Traversi.
L’interesse attorno a questo importante archivio privato inizia negli anni trenta e si protrae per tutto il secolo scorso fino ai nostri giorni. Il primo è l’ingegner Carlo Agrati di Meda che si assume il compito di riordinare le pergamene. Le ultime minute del suo lavoro, conservate presso la biblioteca Ambrosiana di Milano, sono state recentemente date alle stampe. Altre pubblicazioni hanno valorizzato l’antico patrimonio monastico, specificatamente in: Per le nozze Ponzani-Antona Traversi, Gli atti del comune di Milano fino all’anno MCCXVI a cura di Cesare Manaresi, i quattro volumi de Gli atti privati milanesi e comaschi del secolo XI frutto della collaborazione di Giovanni Vittani con lo stesso di Manaresi e di quest’ultimo con Caterina Santoro. Poi sono seguiti gli studi di Maria Franca Baroni, Mario Corbetta e Arnaldo Martegani. Grazie a questi studi l’archivio San Vittore è salito alla ribalta storiografica locale e nazionale.
Il decennio scorso ha visto la pubblicazione di interessanti pergamene provenienti dall’archivio del Monastero di san Vittore. Nel dicembre 2002, in occasione del 750esimo anniversario dalla fondazione del Comune rustico di Meda, Annalisa Albuzzi, ricercatrice di storia medievale dell’Università Cattolica, dava alle stampe: Meda 1252, arbitrato tra Monastero e Comune. Tre anni dopo, la stessa presentava una raccolta di lettere (bolle) tra il Papa e la Badessa durante il secolo XII dal titolo: Litterae Pontificiae. Nel fondo di san Vittore di Meda.
Il nuovo decennio si preannuncia sotto il migliore degli auspici. Nel giugno del 2012, in occasione della festa patronale di Cimnago, Noemi Scolfaro, brava ricercatrice storica, laureatasi con una tesi incentrata sulle carte del monastero medese del XIV secolo, divulga un fascicolo contenente 13 pergamene riguardanti la frazione lentatese.
Questo rinnovato interesse al "tabularium" del monastero benedettino, non può che far piacere, non solo agli addetti ai lavori, ma anche agli studenti e agli appassionati di ricerche. Rilevante e corposa la pubblicazione di Timothy Salemme: Carte del secolo XII nel fondo di San Vittore di Meda per i tipi della "Biblioteca francescana di Milano", parte della collana "Fonti e Documenti" diretta da Grado Giovanni Merlo, maggio 2012.
Salemme, ricercatore all’Université de Lorraine in Francia, mette a disposizione di un pubblico vasto ben 69 pergamene frutto di un impegno assai gravoso ed encomiabile.
L’abbondanza di materiale documentario ha indotto il ricercatore a costituire un corpus pergamenaceo in conformità a criteri di vicinanza territoriale, cospicui possedimenti e diritti acquisiti (districtus) in loco. Cabiate, Cimnago e Farga sono i villaggi interessati, non mancano riferimenti a possedimenti a Meda.
La documentazione si basa su compravendite immobiliari, donazioni (per la salvezza delle anime) non solo al monastero di San Vittore ma anche alla chiesa di Santa Maria di Meda e San Giorgio di Cabiate, carte amministrative e di investitura. Ci sono atti riconducibili nell’ambito giudiziario come nella causa con il comune di Barlassina. Si tratta di tre atti rogati tra il 1191 e il 1192 con i quali il comune limitrofo, mediante la magistratura milanese, cerca di svincolarsi dalla sudditanza del monastero, tentativo fallito per l’intervento risolutivo e contrario dello stesso imperatore Enrico IV. Interessante è la descrizione sullo stato fisico del materiale pergamenaceo, spingendosi a discernere se si tratti di copia originale o coeva dello stesso periodo, oppure una trascrizione tardiva. Avvincente l’approfondimento sugli scriptores. I notai che rogano il documento inizialmente si firmano con il proprio nome anteposto dal soggetto "ego", poi dalla seconda parte del secolo appaiono il nome accompagnato dal cognome e la professione notarile.
Carte del secolo XII nel fondo di San Vittore di Meda è un libro importante, col quale gli storici locali dovranno confrontarsi ed attingere notizie. Il nostro giovane ricercatore con il suo paziente lavoro ci ha permesso di ricostruire uno spaccato della vita reale del contado ed in particolare di Meda e dei paesi limitrofi. Troviamo riportati nomi di persone, le loro attività, le cascine e la produzione agricola, nonché terreni che ancora oggi portano la stessa denominazione.