La sigla sta per “Mutue di risparmio autogestito”. Sono state il primo tentativo di una finanza etica in Italia, proprio sull’esempio del microcredito “inventato” da Yunus. Oggi ce ne sono sei. Abbiamo incontrato Giorgio Peri, presidente di Mag2 Milano.
di Stefania Cecchetti
Dici finanza etica e tutti pensano a Banca Etica. In realtà i pionieri dell’economia alternativa in Italia sono le Mag (Mutue di risparmio auto-gestito), per lo più società cooperative che hanno fatto propria l’intuizione di Muhammad Yunus e hanno dato vita al microcredito italiano.
Nel nostro Paese ne operano sei, ognuna contraddistinta da un numero, in ordine di apparizione. Mag2 è nata a Milano nel 1980. Oggi ha un capitale sociale di 2 milioni 500 mila euro, che serve a erogare finanziamenti per sostenere piccoli progetti di persone o associazioni escluse dal circuito del credito tradizionale, i “soggetti non bancabili” di Yunus. «Negli ultimi anni – spiega Giorgio Peri, presidente di Mag2 – i due terzi dei finanziamenti che noi definiamo “di emergenza” sono andati soprattutto a extracomunitari, principalmente per l’affitto o l’acquisto di un’abitazione. Si tratta di cifre piccole, 2000-3000 euro, rimborsabili in circa due anni con un tasso di interesse di circa l’8 per cento». Non mancano, tuttavia, richieste da parte di cooperative, associazioni e organizzazione di vario genere.
I finanziamenti privilegiano attività imprenditoriali nell’ambito del sociale, dell’ecologia, del consumo consapevole , della cultura e dell’informazione, per lo più nel mondo del no-profit. Si va dall’ingegnere che vuole avviare una ditta di consulenza sulle energie rinnovabili, alla donna che ha bisogno di un’anticipo per la caparra dell’affitto. Dall’associazione culturale che vuole far partire un corso di educazione ambientale, alla coppia di napoletani che vuole aprire un ristorante tipico con annessa attività culturale.
Rispetto a Banca Etica, con cui sussiste una collaborazione costante, è in atto una continua ridefinizione dei ruoli. Le Mag si differenziano proprio per l’entità ridotta del prestito, per un approccio in generale più “garantista” e «naturalmente – prosegue Peri – perché noi non forniamo prodotti bancari (conti correnti, carte di credito, mutui) come Banca Etica».
Ma la caratteristica più tipica delle Mag è forse il radicamento sul territorio: «Il nostro – spiega Peri – è un lavoro a stretto contatto con i Comuni e le associazioni della società civile. Loro sono per noi quello che il villaggio è per il microcredito di Yunus. Sono le associazioni che ci segnalano i soggetti da finanziare, che se ne fanno garanti. Noi, eventualmente, segnaliamo loro i casi di inadempienza. Attualmente, per esempio, stiamo lavorando molto con il servizio Siloe della Caritas ambrosiana, con l’associazione Alma Terra di Torino, con il comune di Opera e con una rete di associazioni dell’area di Vimercate impegnate in progetti sull’emergenza abitativa».
«Versare i 51 euro necessari a diventare soci di Mag2 – spiega ancora Giorgio Peri – non significa fare beneficenza, ma intraprendere un vero e proprio investimento. Certo non si tratta di guadagnare, anche se ci sono utili che possono essere ridistribuiti, se la stessa assemblea dei soci lo delibera. Si tratta di impegnare una parte del risparmio in modo consapevole. Spesso è il risultato di un certo percorso culturale, è un gesto simbolico che denuncia un determinato stile di vita. Ecco perché abbiamo molti soci iscritti con la sola quota minima. Anche se, dividendo il capitale sociale per i nostri 1000 soci, vediamo che in media la quota pro capite è di 2500 euro».
Proprio perché si tratta di un prestito e non di una donazione, in qualsiasi momento il socio può rientrare in possesso del suo capitale. «E questo succede per lo più – conclude Peri – quando deve affrontare la spesa per l’acquisto della casa». Proprio come la maggior parte dei finanziati.