«Ogni giorno i cristiani in varie regioni del Medio Oriente s’interrogano se restare o emigrare: vivono nell’insicurezza o subiscono violenza, talora, per il solo fatto di professare la loro e nostra fede. Ogni giorno ci sono fratelli e sorelle che resistono, scegliendo di restare là dove Dio ha compiuto in Cristo il disegno della universale riconciliazione». È quanto si legge nel messaggio per la Collecta pro Terra Sancta del Venerdì Santo, diffuso dalla Congregazione per le Chiese Orientali.
Firmato dal prefetto, il cardinale Leonardo Sandri, e dal segretario, monsignor Cyril Vasil’, il messaggio ricorda come nella regione «la situazione attuale sia veramente delicata: basti pensare al conflitto tra Israele e Palestina, all’evoluzione che investe l’Egitto, alla tragedia della Siria». Quest’ultima «si è aggravata, colpendo a ogni livello il fragile equilibrio dell’intera area e riversando sul Libano e sulla Giordania profughi e rifugiati che moltiplicano a dismisura campi di accoglienza sempre meno adeguati. Si rimane sconvolti – si legge nel testo – per il numero di rapimenti e omicidi di cristiani in Siria e altrove, per la distruzione di chiese, case e scuole. Ciò non fa che alimentare l’esodo dei cristiani e la dispersione di famiglie e comunità. Tanti fratelli e sorelle nella fede stanno scrivendo una pagina della storia con “l’ecumenismo del sangue”, che li affratella, e noi vogliamo essere al loro fianco con ogni sollecitudine».
Le comunità cattoliche di Terra Santa, grazie alla Colletta del Venerdì Santo, «riceveranno il sostegno per essere vicine ai poveri e ai sofferenti senza distinzione di credo o di etnia. Le parrocchie manterranno aperte le porte a ogni bisogno; così le scuole, ove cristiani e musulmani insieme preparano un futuro di rispetto e collaborazione; gli ospedali e ambulatori, gli ospizi e i centri di ritrovo continueranno a offrire la loro assistenza, affinché nello smarrimento di questi nostri giorni, la carità ecclesiale faccia risuonare la parola di Gesù: “Coraggio… non temete”».
Rapporto 2012-2013
Contestualmente alla lettera della Congregazione, è stato reso pubblico anche un rapporto della Custodia di Terra Santa (Provincia dell’Ordine dei Frati Minori), che illustra le opere realizzate grazie alla Collecta nel 2012-2013. Numerosi sono stati i lavori di ristrutturazione e manutenzione di santuari, chiese e conventi dei Luoghi Santi: a Betlemme, la chiesa parrocchiale di santa Caterina, il Santo Sepolcro a Gerusalemme, la basilica dell’Annunciazione a Nazaret, e poi Magdala, Cafarnao, Cana, Tabga, Monte Tabor e Monte Nebo.
Quote dei fondi sono state investite per lavori di restauro, di manutenzione e ammodernamento delle strutture, altre destinate a borse di studio, 295 ripartite tra l’Università di Betlemme, quelle ebraiche a Gerusalemme e Haifa, Bir Zeit, Amman e altre. Forniti aiuti alla costruzione di abitazioni per i poveri e giovani coppie, scuole e impianti sportivi per bambini. Particolare attenzione è stata riservata ai cristiani del Libano e della Siria che vivono in una situazione di grave necessità attraverso il costante invio di aiuti e di somme di denaro.
Origine della Colletta
Lungo i secoli, i Papi non hanno solo rinnovato la loro fiducia nei francescani, riconfermandoli nel ruolo di legittimi custodi dei Luoghi Santi, a loro affidati dalla Sede Apostolica nel 1342, ma li hanno anche sostenuti in ogni aspetto della loro vita, a livello religioso come pure economico, sociale e politico. Un aspetto essenziale di questo continuo sostegno è la “Colletta per la Terra Santa”.
Con Sisto V nel 1589 la Colletta si effettuava tre volte l’anno, con Alessandro VIII (1689) divennero quattro. Disposizioni confermate anche da Benedetto XIV (1740-1758) e da Pio VI (1778). Con Leone XIII (1887) la Colletta si ridusse a un solo giorno, “preferibilmente il Venerdì Santo”. A seguito del Motu Proprio Sancta Dei Ecclesia, Pio XI, il 25 marzo 1938, estese la giurisdizione della Congregazione per la Chiesa Orientale alla Palestina.
Il documento pontificio importante circa la prassi antica e attuale in merito alla Colletta, è Nobis in animo di Paolo VI del 25 marzo 1974 in cui si loda il lavoro dei francescani e s’insiste sul bisogno di maggior cooperazione da parte del mondo cristiano, dal momento che i francescani hanno aumentato le loro attività «sociali, caritative, culturali e di beneficenza» in Terra Santa e i cristiani locali sono sprovvisti di mezzi.