Sabato 8 marzo, in occasione della Giornata Internazionale della donna, la milanese suor Eugenia Bonetti, missionaria della Consolata, responsabile dell’Ufficio “Tratta donne e minori” dell’Usmi e presidente di “Slaves No More” onlus (“Mai più schiave”) – associazione contro le violenze sulle donne e il traffico di esseri umani per lo sfruttamento lavorativo e sessuale – riceverà l’Onorificenza dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per il ventennale lavoro a favore di migliaia di donne vittime di violenze, abusi e sfruttamento e contro la tratta. L’Onorificenza di “Grande Ufficiale” le verrà consegnata dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel corso di una cerimonia che si terrà al Palazzo del Quirinale.
Così suor Eugenia ha commentato la notizia: «Questa onorificenza non vuole essere un riconoscimento personale, bensì è rivolta a tutta la “squadra di religiose” che in questi ultimi vent’anni hanno offerto il loro servizio di compassione, accoglienza e recupero in diversi campi: sulle strade, nei centri ascolto, nelle case di accoglienza e nel Cie di Ponte Galeria. Molte di loro lavorano in rete con altre religiose nei Paesi di origine e transito, contribuendo a prevenire il fenomeno e ad accogliere e reintegrare tante giovani vittime nel faticoso cammino di recupero e di riappropriazione della propria dignità e identità».
«Purtroppo – prosegue -, dobbiamo constatare con sofferenza che nonostante i lunghi anni di impegno e lavoro, tra laici e religiose, associazioni di volontariato ed enti governativi, il fenomeno non tende a diminuire, ma cambiano invece le modalità di reclutamento e di sfruttamento, ed è sempre più difficile riuscire a spezzare gli anelli di questa terribile catena di schiavitù». «Noi, tuttavia non ci lasciamo scoraggiare – sottolinea suor Eugenia -. Anzi, tra i nostri vari impegni continueremo anche le nostre visite settimanali al Centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria (Roma) per stare vicine a tante donne rinchiuse per lunghi mesi perché prive di documenti. Un bel gruppo di religiose di diverse nazionalità e congregazioni visitano ogni sabato il Cie di Roma per offrire alle donne rinchiuse un momento di ascolto, condivisione, conforto, preghiera e talvolta anche di festa. Anche loro saranno idealmente presenti davanti al Capo dello Stato».
E poi un annuncio: «Invece sarà realmente presente una delle tante donne che hanno vissuto la sofferenza dello sfruttamento e della schiavitù e successivamente quello della liberazione e della reintegrazione nella vita sociale italiana. Sarò infatti accompagna da una giovane donna in rappresentanza delle oltre seimila sottratte dalle religiose alla strada e reinserite nella nostra società. La sua triste storia è simile a quella di molte altre: portata in Italia a quattordici anni da un sedicente zio, è stata venduta a una Madame che l’ha messa su una strada, costretta a vendere il suo giovane corpo insieme alla sua giovinezza e ai suoi sogni. È stata recuperata dalle forze dell’ordine che, vista la giovane età, l’hanno affidata a una casa di accoglienza per minori dove è vissuta quattro anni senza alcun contatto con la famiglia. Dopo sei anni, grazie alla nostra rete di collaborazioni con i Paesi di origine, la ragazza è riuscita a ritrovare la famiglia e a parlare finalmente con la mamma. Il suo è uno dei molti casi che ci confermano l’importanza fondamentale del lavoro in rete per poter raggiungere traguardi a volte impensabili o impossibili».