«Sì: l’amore è più forte della morte e dell’odio! Oggi noi vogliamo far risuonare ad alta voce la parola di pace e di speranza del vangelo, perché noi cristiani siamo “altro” rispetto a chi segue vie di violenza e di morte». Queste parole sono risuonate nel silenzio della chiesa di Santa Maria Nascente a Meda. Monsignor Erminio De Scalzi, vescovo ausiliare della Diocesi, ha presieduto i funerali di Giuseppina Biella, uccisa nella strage di Tunisi. Nel primo pomeriggio di mercoledì 25 marzo una folla commossa ha così dato l’ultimo saluto a una donna che ha pagato con la vita la furia cieca di assassini senza scrupoli.
«Credo di non esagerare – ha detto De Scalzi- signor Sergio (il marito della vittima, ndr), se diciamo che intorno a lei e a Silvio (il figlio) quest’oggi si raccolgono non solo persone note – e quanti siamo! – ma tantissime altre, sconosciute, che sono qui perché sentono che quello che è accaduto li riguarda da vicino. Intorno a questo altare ci sono tutte le persone di buona volontà, che sentono questo lutto come una sofferenza che è anche loro».
«In quest’ora di tristezza – ha continuato De Scalzi – abbiamo cercato la casa del Signore, perché qui c’è una parola che ci può liberare dallo sgomento. Qui si placano quei sentimenti che a volte agitano il nostro animo. Qui si può trovare la forza di continuare una vita, anche se segnata da tanto dolore. Signore, non permettere che il male ci vinca: noi che oggi siamo qui nella tua casa, vogliamo continuare a essere uomini e donne non rassegnati, a essere uomini e donne di pace e di speranza».
Nei giorni scorsi si era tenuta a Meda anche una fiaccolata e una veglia di preghiera. Ed è giunta la speciale benedizione a tutti i familiari, alla comunità cristiana e agli abitanti della città, da parte del cardinale Angelo Scola. L’Arcivescovo si è rivolto a Sergio Senzani, ai familiari e agli amici di Giuseppina Biella: «Carissimi, sono vicino con la preghiera e con l’affetto al vostro dolore per la tragica uccisione di Giuseppina. I barbari atti di violenza che hanno causato morti e feriti a Tunisi hanno duramente colpito la vostra famiglia e scosso la comunità di Meda, tutta la Chiesa e la società civile ambrosiana. Preparandoci a celebrare il mistero della Pasqua guardiamo a Gesù crocifisso. In quest’ora di grave prova e sofferenza invochiamo il suo abbraccio di fratello e salvatore. Da qui la nostra speranza, anche nell’ora più buia. La vicinanza affettuosa di parenti e amici, di tutta la comunità di Meda e dell’intera Diocesi possa portare conforto al vostro dolore. La violenza dei terroristi che ha insanguinato Tunisi, l’Africa, il Medio Oriente e molte altre parti del mondo, domanda a noi tutti gesti quotidiani di preghiera, di digiuno, di condivisione e di solidarietà. Per sconfiggere il male del terrorismo sanguinario vogliamo collaborare con chi – uomini delle religioni e di buona volontà – intende costruire la vera pace come autentica riconciliazione. La invochiamo come dono di Dio. Mentre affidiamo a Dio la cara Giuseppina, a lei, Sergio, a tutti i familiari, alla comunità cristiana e a tutti i cittadini di Meda imparto una speciale benedizione».