“Provocazione” per le parrocchie e le comunità cristiane, la lettera è il “documento finale” della settimana, frutto delle riflessioni teologiche e pastorali condotte. Manifesta il desiderio d’incontrarsi: “c’interessa la vostra vita”, non vogliano “convertirvi”, ma “proporvi qualche segreto per vivere al meglio l’esistenza”.
Caro lontano,
ti chiamo così non perché sei lontano da Dio, ma perché io, la Chiesa siamo lontani da te. Mi permetto di scriverti perché non abbiamo mai modo di incontrarci fuori dalla mischia: voi ci vedete sempre come prepotenti e censori e noi finiamo per lasciarci convincere dagli attacchi spettacolari che alcuni di voi manifestano contro la Chiesa e la religione. Anche noi talvolta vi abbiamo trattato con l’ironia, con il dileggio, con la polemica. Voi avete spesso giudicato la fede dalle persone che la predicano e la rappresentano, avete visto i nostri difetti e avete imparato forse ad avere noia, a disprezzare e a odiare la religione. Vi abbiamo rivolto più rimproveri che inviti, spesso vi abbiamo dato scandalo, non ci avete visti decisi per la giustizia, per la pace, per la libertà, per la verità, per il bene di tutti.
Le ultime contrapposizioni vi possono aver fatto capire che noi vogliamo vincere, che non ci interessano le vostre persone, che siamo attratti dal potere, che non sappiamo leggere le vostre sofferenze. Purtroppo il mondo della comunicazione, che pure è necessario e importante sia sempre più fruibile da tutti, talvolta non ci permette di presentare la nostra vera faccia e a voi di mostrarci la vostra. Vi domandiamo di aiutarci a farci domande. Perché vi fa paura la vicenda di un Dio che muore in croce per amore? Che cosa vi fa pensare che non rispettiamo la laicità delle scelte di tutti se ci impegniamo a dirvi con chiarezza quello che il Vangelo propone? Abbiamo tradito il nostro maestro e Signore? Come risuona nella vostra vita la sete di bontà, la domanda di senso che tutti abbiamo? La verità non l’abbiamo in tasca neanche noi, è più grande di noi e assieme possiamo accoglierla perché Dio l’ha distribuita in tutti.
Ci possiamo incontrare; vi vogliamo chiedere perdono e dire che ci interessa la vostra vita, che non siamo desiderosi di convertirvi a noi, ma di proporvi qualche segreto per vivere al meglio l’esistenza e per rendere la vita più felice, più vera, più bella a queste giovani generazioni che incalzano, sempre più in difficoltà a districarsi dai nostri messaggi di adulti confusi e senza certezze. Abbiamo un Risorto che non ci lascia tranquilli a pensare a noi stessi e lo vogliamo incontrare con voi nella vita di tutti i giorni
La comunità cristiana e la Chiesa che abitiamo sarà sempre una porta aperta sulla città e sulle vite di tutti, senza discriminazioni o pregiudizi. Ti vengo a trovare e so che non mi sbatterai la porta in faccia.
Il tuo parroco –