Non solo le montagne, non solo il Corcovado, non solo la spiaggia e l’oceano, anche la folla è uno spettacolo.
La folla immensa che si compone di infiniti rivoli di colore e di lingue che convergono da tutte le strade verso la spiaggia di Copacabana, la folla festosa che canta e saluta e si mette in posa per un’incomprensibile ossessione di farsi fotografare, la folla docile e paziente che il servizio d’ordine e l’incredibile numero di volontari dirige senza fatica verso il luogo del convenire, la folla devota che esibisce il rosario e le immagini della Vergine come un distintivo, la folla stanca che percorre chilometri e abita attese senza protestare: la folla è uno spettacolo.
Si affacciano alla finestre, si fermano sui marciapiedi gli abitanti e i passanti, gli operatori televisivi e militari: se ne stanno incuriositi, fieri di ospitare il mondo, stupiti, forse, che tanti giovani affrontino percorsi così faticosi, per un’ora di preghiera, per ascoltare la parola di un uomo.
Gli osservatori curiosi riducono la folla a uno spettacolo, forse non tanto raro nel paese del carnevale. Ma quelli che stanno dentro la folla sentono il numero e i colori e i canti come una vita che scorre, come un legame che unisce, come l’espressione di un popolo che cammina insieme verso una meta desiderata.
La folla è uno spettacolo, ma anche un incoraggiamento, anche una rivelazione, anche una speranza.
La folla, questa moltitudine della GMG non è però una massa anonima. È piuttosto un popolo che ascolta il dialogo di Madre Teresa che Papa Francesco ricorda. Ascolta la domanda: “Da dove si deve cominciare per costruire un mondo migliore?” e si lascia raggiungere dalla risposta: “Da me e da te!”. Come è possibile che la folla sia custode di una speranza? É possibile perché la folla dei cristiani non è un insieme di persone espropriate della libertà per acclamare un leader o ripetere uno slogan, è invece un popolo di persone libere, e ciascuno risponde alla sua vocazione.
E come nella folla si esprime la libertà di ciascuno? Ecco il miracolo del silenzio: Papa Francesco più volte ha chiesto durante la veglia: “Ciascuno risponda nel suo cuore, in silenzio, alla domanda che è provocazione a decidersi”.
E la folla immensa sulla spiaggia di Copacabana vive attimi intensi e commoventi di silenzio. Ciascuno sente penetrare nella sua vita giovane e libera il seme promettente del futuro, l’invito provocatorio: “si comincia da me e da te…”.
IL DIARIO DI MARIO IL PELLEGRINO
Da me e da te
La folla immensa sulla spiaggia di Copacabana vive attimi intensi e commoventi di silenzio. Ciascuno sente penetrare nella sua vita giovane e libera il seme promettente del futuro
di monsignor Mario DELPINI Vicario generale
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