L’estate per i giovani è un’occasione favorevole per gustare la bellezza dello stare insieme al di là delle fatiche e delle preoccupazioni che scandiscono gli impegni dell’anno tra gli studi e il lavoro.
di Severino Pagani
Delegato arcivescovile per la Pastorale Giovanile diocesana
Il tempo estivo può diventare un tempo prezioso per vivere esperienze qualificate di preghiera, di carità e di solidarietà. Nonostante per certi versi sembra emergere una forte flessione nel volontariato giovanile, ci sono ancora ragazzi disposti a gestire il proprio tempo libero come occasione di servizio e di costruzione di relazioni più ampie. Molte sono le proposte che rispondono a questi desideri: si possono accostare realtà significative e contesti diversi in Italia e all’estero. Si può così raccogliere il frutto di quanto si è vissuto durante l’anno e aprirsi a esperienze che ravvivano la fede e fanno emergere la gioia della condivisione fraterna.
I giovani conservano vivo il desiderio di impegnarsi e di conoscere da vicino la realtà per trovare modi nuovi di condivisione, di apertura all’altro, di vicinanza ai poveri. Per questo riconoscono nelle varie proposte di servizio per il tempo estivo, l’occasione favorevole per mettersi in gioco e per dare una configurazione più precisa e maggiormente concreta a quel desiderio di relazioni vere e di orizzonti ampi che hanno nel cuore.
In tutto questo i giovani hanno bisogno di qualcuno che li ascolti, li conosca, li sappia condurre, qualcuno che sia esigente e, nello stesso tempo, li accompagni con affetto. Si tratta di proporre loro e soprattutto di sostenere proposte concrete che tocchino e mettano in crisi il sistema liberistico dominante che non favorisce la solidarietà. L’esperienza del dolore apre in maniera incredibile nuove vie nell’intelligenza e nel cuore. Bisogna percorrere anche questa strada per crescere bene e per non rimanere in una logica dettata esclusivamente dal principio del piacere e del denaro, del consumo eccessivo e triste del cibo e del vestito, del tempo solo per sé e del futuro solo per il profitto.
Come scrive il nostro Arcivescovo: «Sia veramente benedetto quel tempo che nella gratuità può aiutarci a costruire legami più vivi e intensi in famiglia, tra parenti e amici, e che nella libertà da impegni e orari costringenti e in un clima di serenità può permetterci di godere la contemplazione silenziosa ed eloquente delle bellezze che il Creatore non si stanca di donarci. […]I giovani, in particolare, abbiamo la saggezza e il coraggio di qualche Campo Scuola formativo o dei Campi di Lavoro in Terra di Missione, come suggeriscono gli Istituti Missionari della nostra Diocesi».
I giovani devono essere aiutati a progettare il loro oggi e il loro domani con uno sguardo più vero e più disposto alla sobrietà: il senso più autentico del progettare sarà allora un maturo assenso su ciò che vale di più e ciò che conta di meno. Il giusto progettare susciterà gioia e capacità di lavoro e non conoscerà ansie ingiustificate o sproporzionate preoccupazioni.
L’esperienza della fede e, ancor di più, la conoscenza della persona di Gesù, hanno in se stesse lo slancio per alimentare un sincero desiderio di dedizione e di servizio ai più poveri: siano essi bambini o adulti, bisognosi di pane o d’istruzione, di salute o del vangelo. L’esempio di Gesù susciterà gesti di prossimità, di ascolto e di condivisione capaci di dire nuovamente con entusiasmo la bellezza dell’essere cristiani nel e per il mondo.