Caritas Ambrosiana, presente a Expo2015 con l’Edicola di Caritas Internationalis, a fronte della violentissima scossa di terremoto che ha colpito il Nepal venerdì scorso e ha provocato migliaia di vittime, ha deciso di sostenere concretamente la popolazione nepalese, lanciando una raccolta fondi per l’emergenza in coordinamento con Caritas Italiana e la Rete Internazionale di Caritas.
Alberto Minoia, responsabile dell’Area Internazionale di Caritas Ambrosiana, spiega: «Caritas Ambrosiana è in costante contatto con Caritas Internationalis per monitorare la situazione in Nepal e poter essere di aiuto. «In questo momento tutte le comunicazioni sono molto difficili perché le linee telefoniche sono praticamente interrotte. La Caritas Nepal sta lavorando ancora nel pieno della tragedia, si sta ancora scavando per estrarre i corpi. Sono affiancati da operatori di Caritas Internationalis e alcuni di Caritas India che sono arrivati in soccorso, perché quella del Nepal è una realtà cattolica molto piccola e con pochi strumenti. Al momento gli aiuti più urgenti che stanno fornendo sono alloggi di emergenza, tende, cibo e acqua potabile, kit igienici. È stata avviata anche un’attività di supporto psicologico per aiutare ad affrontare il trauma».
La situazione è drammatica e continua ad aggravarsi: le cifre riportate dal Governo nepalese a oggi parlano di oltre 4.300 vittime, più di 8.000 feriti e centinaia di migliaia di persone senza tetto. La rete Internazionale di Caritas sta sostenendo le squadre di Caritas Nepal per fornire alla popolazione alloggi di emergenza, tende, distribuzione di cibo e acqua potabile, kit igienici di cui hanno disperatamente bisogno.
Come donare:
Con carta di credito
C.C.P. n. 000013576228 intestato Caritas Ambrosiana Onlus – Via S.Bernardino 4 – 20122 Milano.
C/C presso il Credito Valtellinese, intestato a Caritas Ambrosiana Onlus IBAN: IT17Y0521601631000000000578
C/C presso la Banca Popolare di Milano, intestato a Caritas Ambrosiana Onlus IBAN: IT51S0558401600000000064700
C/C presso Banca Prossima, intestato a Caritas Ambrosiana Onlus IBAN: IT97Q0335901600100000000348
Causale: Terremoto in Nepal
Le offerte sono detraibili/deducibili fiscalmente
Parla padre Pius Perumana, direttore di Caritas Nepal
A tre giorni dall’inaugurazione di Expo interviene Padre Pius Perumana, direttore di Caritas Nepal, che vista la situazione molto probabilmente non potrà essere a Milano per il Caritas Day del 19 maggio, come previsto.
Qual è la situazione a qualche giorno dal sisma che ha colpito il Nepal e che finora ha fatto più di tremila vittime?
Katmandu è rasa al suolo, la popolazione dorme in strada o perché non ha più una casa o perché ha paura di tornare alle proprie abitazioni a causa delle continue scosse di assestamento.
Che cosa manca, di cosa necessitano ora i soccorritori?
Piove, la notte la temperatura scende: mancano coperte, lenzuola, c’è ancora cibo ma ne serve di più, occorre materiale medico e per lavarsi.
Dove si è radunata la popolazione? Sono stati allestiti campi di tende?
Non ci sono veri e propri campi ma piccoli agglomerati di tende che spuntano per le strade, tirati su dalle persone a un incrocio per esempio, lontano da edifici pericolanti, là dove la popolazione si sente più sicura.
Come gestite l’emergenza?
Stiamo facendo il possibile nella regione della valle di Katmandu e ora stiamo ampliando l’area di distribuzione anche ad altri quattro distretti del paese. Cerchiamo di coordinarci con la Croce Rossa e altre organizzazioni internazionali. Il vero problema purtroppo è la logistica: abbiamo un piccolo aeroporto su cui possono volare soltanto cinque o sei aerei alla volta. Stanno cancellando i voli civili per lasciare spazio ai cargo ma comprensibilmente ci sono anche i voli degli Stati che cercando di evacuare i propri concittadini. Le autorità inoltre si muovono con troppa lentezza, non erano pronte a un sisma di tali proporzioni.
Lei assieme a centinaia di altri delegati della Caritas sarebbe dovuto volare presto a Milano per Expo. Un evento così può in qualche modo aiutare ad affrontare l’emergenza in Nepal?
Può sicuramente rafforzare la consapevolezza del pubblico. E aiutarci a ottenere aiuti specifici. Ora servono volontari preparati a questo tipo di emergenza. Non ci serve qualsiasi cosa, ma forniture specifiche che rispondano alle necessità sul campo. In un secondo momento, quando saremo usciti dall’emergenza, occorrerà invece l’intervento di volontari per la ricostruzione, visto che è tutto raso al suolo. Expo può servire a spiegare cosa realmente serva adesso in Nepal.
L’aiuto della Cei e di Caritas Italiana
La Cei, uno dei tre promotori del Padiglione della Santa Sede a Expo2015, ha stanziato 3 milioni di euro dai fondi 8xmille, destinandoli alla prima emergenza attraverso monsignor Salvatore Pennacchio, Nunzio Apostolico in India e Nepal.
Il Pontificio Consiglio Cor Unum ha stanziato un primo contributo di 100 mila dollari per il soccorso alle popolazioni: una prima e immediata espressione concreta dei sentimenti di spirituale vicinanza e paterno incoraggiamento nei confronti delle persone e dei territori colpiti, che papa Francesco ha assicurato nel corso del Regina Caeli di domenica 26 aprile.
Caritas Italiana è in costante contatto con la rete Caritas dei paesi colpiti e con Caritas Internationalis internazionale per il coordinamento degli interventi e ha stanziato un primo contributo di 100 mila euro.
Il cordoglio delle Chiese cristiane nel mondo e in Asia
Il cordoglio per le migliaia di vittime del terremoto è stato espresso dalle Chiese cristiane di tutto il mondo e, in particolare, dell’Asia. In un comunicato congiunto firmato dai rispettivi segretari generali a Ginevra e a Chang-Mai (Tailandia) il Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc) e la Conferenza delle Chiese cristiane in Asia esprimono il loro dolore per le popolazioni del Nepal e del Nord India che hanno perso i loro cari e sottolineano come il terremoto abbia causato vittime non solo in Nepal, ma anche in India e Cina, e sia stato avvertito, provocando danni, nei Paesi limitrofi come Pakistan e Bangladesh. «Si teme – scrivono le Chiese – che il bilancio finale delle vittime e dei danni sia molto più alto di quello già confermato». Le Chiese apprezzano gli aiuti che diversi governi hanno già predisposto e l’azione già avviata sul campo dalle agenzie umanitarie in soccorso alle popolazioni e invitano «le organizzazioni umanitarie specializzate dell’intera famiglia ecumenica di estendere il più possibile il supporto per l’assistenza in Nepal e nelle aree vicine colpite».