Wassy Wahab, nigeriano, 42 anni, e la sua famiglia (la moglie Fol Ashahed Tolani e i figli Bandele, di 17 mesi, e Happiness, 2 mesi) poche settimane fa hanno trovato una casa nella parrocchia milanese di San Nazaro in Brolo. Grazie al progetto “Dall’accoglienza all’integrazione”, realizzato da Caritas Ambrosiana e sostenuto da Avsi (ong di Milano presente in oltre 30 Paesi), di lui si occuperanno gli operatori della cooperativa Farsi Prossimo e i volontari della parrocchia.
A raccontare la sua storia in pidgin – l’inglese mescolato alle lingue africane-, è stato lo stesso capofamiglia, nella conferenza stampa tenutasi oggi in parrocchia per presentare il progetto. «Sono scappato da Lagos dopo che mio fratello è stato ucciso in seguito a una lotta tribale – ha detto Wassy -. Il 5 febbraio 2012 abbiamo trovato riparo in Libia. Lì abbiamo vissuto quasi tre anni. È stato terribile. Poi finalmente siamo riusciti a imbarcarci per l’Italia. Da Palermo, nell’aprile di quest’anno, siamo giunti a Milano. Qui ci hanno accolto prima a casa Suraya (il centro di accoglienza gestito da Farsi Prossimo, ndr). Poi, il 31 ottobre, all’ospedale San Carlo mia moglie ha partorito la nostra seconda figlia, che abbiamo voluto chiamare Happiness (Felicità, ndr). Dopo il parto gli operatori ci hanno proposto di trasferirci in questo appartamento».
Intorno a loro nel frattempo si è mobilitata la parrocchia. «Ci siamo preoccupati di iscrivere il figlio più grande al nido del quartiere, abbiamo accompagnato la signora dal pediatra e iscritto il signor Wassy a un corso di italiano», ha spiegato Egidia Biancardi, volontaria, responsabile della Caritas parrocchiale.
L’appartamento della parrocchia di San Nazaro in Brolo sarà inserito nel progetto di Caritas Ambrosiana “Dall’accoglienza all’integrazione” e rientrerà nel piano di accoglienza diffusa che Caritas Ambrosiana sta costruendo con le parrocchie della Diocesi. «Da settembre sono già 110 le parrocchie che hanno dato la loro disponibilità ad accogliere profughi – Ha spiegato don Roberto Davanzo, direttore di Caritas Ambrosiana -. Questo sforzo si va ad aggiungere a quanto già la rete ecclesiale nel suo complesso ha messo a disposizione negli anni e che porterà ad avere in Diocesi un sistema di mille posti complessivi. L’accoglienza diffusa sul territorio necessita di un certo tempo per potere essere realizzata ma è necessaria se si vuole davvero preparare il terreno per una futura integrazione. Il piano è complesso e sarà integrato con risorse private».
Il progetto sarà sostenuto per tutto il 2016 da Avsi grazie ai fondi raccolti con la campagna nazionale dal titolo “Profughi e noi. Tutti sulla stessa strada”, come ha spiegato Giampaolo Silvestri, segretario generale della Fondazione: «Avsi sostiene questa iniziativa realizzata a Milano, innestata in una serie articolata di progetti sviluppati lungo tutto il percorso che compiono i profughi in fuga da guerra, persecuzioni o miseria, dall’Africa attraverso il Medio Oriente, fino a casa nostra. La questione profughi, infatti, interpella il lavoro di Avsi in quanto è espressione di un cambiamento epocale che non si può risolvere con facili ricette o da soli. Attraverso collaborazioni nuove, come questa con Caritas, siamo chiamati a tener presente a un tempo l’orizzonte globale del fenomeno, ma anche la singola persona che cerca una nuova possibilità di vita, come le persone giunte dalla Nigeria e incontrate qui oggi».