Essere giovani responsabili ed educatori di Azione Cattolica oggi, cosa significa? Che cosa è chiamato a fare un gruppo ACS, giovani o giovanissimi di Azione Cattolica? Quest’anno i responsabili del Settore giovani di AC si sono interrogati sulla proposta da offrire ai propri soci. Tale percorso di verifica ha portato i primi frutti e le prime scelte concrete. Per questo motivo, tutti gli educatori e i responsabili del Settore giovani sono invitati a partecipare a una tre-giorni di lavoro insieme, per condividere l’esito di questo percorso e proseguire insieme nel cammino.
Il week-end avrà inizio venerdì 23 settembre alle 21 e si concluderà nel pomeriggio di domenica 25 settembre, presso la Casa per ferie Sant’Antonio a Spotorno (Savona). I giovani saranno aiutati nel loro lavoro da Monica Martinelli, docente di Sociologia all’Università Cattolica di Milano e missionaria secolare scalabriniana, che ben conosce la realtà attuale della nostra Chiesa.
Quest’anno cambierà la fisionomia del Settore giovani di Ac: è stato scelto infatti di unificare l’articolazione degli adolescenti con quella dei 18enni nel cammino Giovanissimi. «Il motivo che ci ha spinto a questa scelta – sostengono Gabriele Cossovich e Francesca Mapelli, responsabili diocesani – è quello di allargare e sostenere la possibilità di mantenere attivi gruppi nelle parrocchie o nei decanati che, se divisi, avrebbero rischiato di scomparire. Abbiamo scelto di investire nella direzione di rimanere sul territorio».
Conseguentemente all’unificazione delle due articolazioni entrerà a pieno regime, come proposta per i Giovanissimi, il percorso ACmove – già sperimentato in alcuni gruppi quest’anno – che andrà a sostituire gli itinerari adolescenti e 18enni degli scorsi anni. È una proposta che punta sulla capacità di leggere l’attualità a partire dal Vangelo, stimolando i ragazzi a portare questo sguardo nelle realtà dove quotidianamente vivono, soprattutto nelle scuole.
Anche la proposta dei gruppi giovani, tra i 20 e i 30 anni, riprenderà rinnovata. Gli elementi fondamentali della nuova fisionomia dei gruppi vorrebbero muovere anzitutto da un forte legame con la realtà nella quale si trovano: a partire dalla conoscenza e dalla lettura del territorio ciascun gruppo sarà invitato – e dove opportuno accompagnato – a elaborare un progetto che raggiunga l’intento di incidere evangelicamente lì dove è. «Sogniamo un gruppo che riesca a guardare oltre se stesso, che sia “in uscita”, con creatività e intraprendenza, secondo l’invito di papa Francesco – concludono Francesca e Gabriele -. Il desiderio che ci muove è quello di vivere sempre di più una vita che profumi di Vangelo, perché questo profumo si sparga in ogni luogo che abitiamo e in tutto il mondo».