Un anno dopo l’inaugurazione del Refettorio Ambrosiano, la Porta dell’Accoglienza di Mimmo Paladino può dare il benvenuto ai suoi ospiti. Si conclude così una lunga vicenda tecnica e burocratica.
L’opera era stata installata provvisoriamente il 4 giugno 2015 in occasione dell’apertura della mensa solidale di piazza Greco a Milano. Poi, però, era stata rimossa e custodita in un magazzino, in attesa che il Comune concedesse le autorizzazioni per lo scavo delle fondamenta. Ottenuto il via libera, il mese scorso Caritas Ambrosiana (che ha realizzato e gestisce la mensa solidale) ha potuto aprire il cantiere.
Tecnici e operai si sono messi al lavoro per la posa della piastra in ferro e cemento armato sotto il marciapiede cui ancorare la monumentale opera, tutta in terracotta, larga 3 metri, alta 5 e dal peso di 70 quitali. Un intervento per nulla semplice che ha richiesto di deviare i cavi elettrici e le tubazioni dell’acqua sotto il manto stradale. Concluse queste operazioni, nei giorni scorsi è stato possibile issare il portale.
Realizzata per il Refettorio Ambrosiano, la Porta dell’Accoglienza ricorda l’opera omonima, prodotta sempre da Mimmo Paladino, che si trova sull’isola di Lampedusa per ricordare i migranti morti in mare durante la traversata. Come quella lampedusana, anche questa milanese è un omaggio agli uomini e le donne costrette ad abbandonare le proprie terre per affidarsi all’ignoto. Sulla superficie sono rappresentati gli elementi primari: l’acqua, la terra, il pane.
Con la posa del Portale dell’Accoglienza si conclude anche il progetto artistico curato al Refettorio Ambrosiano da Davide Rampello, giornalista, regista, direttore artistico di grandi eventi. Un programma ambizioso che comprende altre opere di celebri artisti: il pane metafisico rappresentato nella stampa tipografica di Carlo Benvenuto, il grande affresco dipinto da Enzo Cucchi, l’installazione a neon “No more excuses” di Mario Nannucci posta come insegna sulla facciata, l’acquasantiera pop di Gaetano Pesce collocata nell’atrio. «Ogni gesto di aiuto è prima di tutto un gesto di bellezza. Imparare a partecipare in modo solidale alla vita significa apprezzarne il suo valore culturalmente più spirituale e, perciò, artistico – spiega Rampello -. È precisamente in virtù di questo sentimento che abbiamo pensato di mettere in atto un’iniziativa permanente nella città di Milano che traducesse il valore altissimo della carità cristiana, supportandone e promuovendone la diffusione, in un progetto culturale volto a coniugare l’arte con la solidarietà».